Hard rock "di genere" che naviga sulla sufficienza: manca solo il valore aggiunto.
Cinque tracce come “lancio” nel mondo discografico indipendente: la primavera dei Mosquitoes è all'insegna di “Zapp”, primo disco autoprodotto dalla band umbra. Il titolo dell'esordio discografico nasce da una vicenda a dir poco singolare: l'ispirazione viene dal like di un'azienda indonesiana di insetticidi alla pagina Facebook del gruppo; detto questo, le cinque tracce sono riconducibili all'hard rock classico che incontra elementi fortemente caratterizzati dal blues, il tutto cantato in lingua d'oltreoceano.
Come risultato, venti minuti d'ascolto che lasciano ben sperare in prospettiva futura: “Bobby the beggar” rappresenta un buon manifesto d'intenti e si congeda convincendo dal ruolo di open-track, mentre il lento “Breath” è ben suonato e carismatico. Mosquitoes ricalca il genere, evita scivoloni clamorosi (sempre dietro l'angolo, specie sui pezzi più lenti) e rende felici gli appassionati delle sonorità hard rock più incardinate. Manca quel qualcosa in più in termini di personalità e sperimentazione, ma ci sarà sicuramente possibilità di evolvere nei prossimi episodi discografici.
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La recensione Zapp di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-15 00:00:00
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