Album risulta gradevolissimo e curato nei particolari
Filippo Andreani da Como è un giovane avvocato col pallino del cantautorato, ed è molto difficile non pensare a Paolo Conte come altro lampante esempio di forense prestato alla musica; a differenza del baffuto astigiano però , Filippo ha un cuore punk e ha fatto parte della band degli Atarassia (anche come autore dei testi) per una quindicina di anni circa, un esperienza molto importante per la propria crescita professionale in una band tra le più "pensanti" del panorama italiano.
"La prima volta" è la sua terza fatica da solista, accompagnato per l'occasione da un'altra storica band combat rock, ovvero i milanesi Linea; sin dalle prime battute l'album risulta gradevolissimo e curato nei particolari, siano essi i testi o gli arrangiamenti, e vive di una "luce" abbastanza originale.
Dieci tracce che vanno ascoltate con cura e nonchalance (un ossimoro voluto) facendo finta magari di aver tra le mani un vecchio lp di De Gregori o di Luca Barbarossa, o credendo (ancora meglio) che la semina di Fabrizio De Andrè abbia dato in questo caso buoni frutti.
Se non foste interessati al buon cantautorato sappiate che "La prima volta" è molto di più; "Canzone per Delmo", "Roma è il mare", "Gigi Meroni", "Il prossimo disco dei Clash" per esempio, sono tracce che trasudano rock; combat rock appassionato e intelligente, forte di una testualità poetico/profetica che ne caratterizza l'immagine.
Che si parli della farfalla granata, dei fratelli Cervi, di Piero Ciampi o del prossimo disco di Strummer e soci, suona quasi come una beffa, consapevoli del fatto che tali miti non sono più tra noi, ma l'esercizio che passa volentieri e che apprezziamo di più è il fatto che Andreani e i Linea ce li ricordano con eleganza e passionalità in un disco che alla fin dei conti suona quasi come concept.
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La recensione La prima volta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-21 00:00:00
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