In fondo dobbiamo esserci proprio affezionati. A cosa? Alla decade dei colletti bianchi, quella delle permanenti, degli occhialoni, delle spalline imbottite e soprattutto del sound acido, plastico e quadrato, a tratti anche dark. Sono gli anni Ottanta e sembrano non dover finire mai. Anche questo è amore in fondo e l'amore d'ora in poi, traduzione di "The Love Hereafter", è un disco immerso in quegli anni.
Dodici brani, siglati dall'etichetta inglese Drop&Spiral, che arrivano dopo un ep d'esordio per Anthony Admired. Testi in inglese, melodie pop con derivazioni rock ed elettroniche. Tastiere e sintetizzatori a go go, atmosfere new wave e riverberi. Tanti. Lo si capisce da "Astray" ad esempio, il brano che apre il disco e che chiarisce che l'autore canta quasi sottovoce, non vuole strafare. Uno di quei dischi che si definiscono intimi. Strumentalmente è un album vario, non c'è che dire: ora è il pianoforte ha dettare tutto in “Follow you”, ora la chitarra che comanda in “Seventh Heaven” e “Goodbye”. Eclettico, senza dubbio. Eppure l'asticina del metronomo non molla mai il pop retrò degli eighties.
Visto che l'autore cita il cinema, lo si capisce da “Vanilla Sky”, per rendere l'idea di com'è ascoltare questo disco si potrebbe dire: “Sono pazzo di Iris Blonde”. In pratica "The Love Hereafter" è il disco solista del personaggio del film "Freezer". Il risultato sa indubbiamente di passato, ma a tratti veramente interessante, forse un po' troppo freddo, anzi glaciale. Come Freezer appunto. Ma c'è chi per l'inverno va proprio matto.
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