Tutte le strade portano al folk-metal
Un assaggio a segnare e segnalare l'ennesimo cambio di rotta, il terzo in tre pubblicazioni. In occasione del primo lavoro "At the firelight" del 2009 Luca Briccola e tre suoi compagni di avventura nella Celtic Harp Orchestra si erano riuniti per creare delicate atmosfere acustiche con influenze folk irlandesi. In seguito, con "Many Meetings on a Blithe Journey" del 2012 ritroviamo i comaschi Trewa , a line-up allargata, dediti alla rilettura in chiave progressive rock di alcune melodie medievali.
Con “Selvadic – Demo”, letteralmente “selvatico” in comasco, che anticipa l’uscita dell’omonimo lavoro su lunga durata, le influenze della band, ora sestetto, si spostano maggiormente sul fronte folk-metal, sottogenere con una certa vitalità, seppur di nicchia. Nei tre brani la componente folk è ancora di chiara matrice irlandese nei primi due brani per poi svisare su influenze orientali/arabeggianti nel violino della conclusiva “Clayton”.
La componente invece più metal o rock non riesce ancora ad uscire prepotentemente dal mix, pur mostrando le sue potenzialità mentre affonda le sue radici sia nel progressive che, in minor misura, nel power. Per la suddivisione delle parti vocali tra maschile e femminile su tre brani troviamo tutte le possibili soluzioni: prevalenza maschile in “The Awakening”, prevalenza femminile in “Clayton” e intreccio nell’iniziale “Where the Hawks wait ready”. In questo breve antipasto gli indizi sul percorso che la band intende intraprendere sono ben chiari ma forse tale svolta andrebbe affrontata con maggiore coraggio e sicurezza in occasione della stesura definitiva, sia in fase di scrittura che di mix finale.
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La recensione Selvadic - Demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-26 00:00:00
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