Filastrocche e distorsioni nella prima fatica dei Massateque
Nati parecchi anni fa in un bar di Firenze, i Massateque si ritrovano solo oggi, dopo svariati cambi di formazione e di identità, a produrre il loro primo ep “Scorie”. Un urlo primordiale introduce il primo brano da cui il disco prende il nome, la voce lontana di Alessio Rusconi contrasta subito con le ruvide chitarre che permeeranno tutti brani, seguita poco dopo da quella di Laura Scotto Rosato che fa capolino con un cantato simile quasi ad una filastrocca. Un effetto molto insolito (chissà se sia voluto) che si accentua quando è Rusconi a supportarlo all’unisono; viene da chiedersi quanto lo si potrebbe rimarcare ancora!
“Se mi vuoi devi sputare il tuo sangue dal diavolo che tieni tra le gambe”. Gulp!
Seguono poi “Cristo di cera”, una ballata in crescendo senza grandi trovate ma che nel complesso fa il proprio dovere di preghiera disperata e “Cyborg”, un mid-tempo in cui l’elettronica si aggiunge a sfondo delle personalità dei due cantanti, veri elementi di spicco a trascinamento dell’intera formazione. Prima di chiudere, “Iside”, un’altra ballad (era davvero necessaria?) dai connotati particolarmente femminili che forse stride in mezzo alle atmosfere della band, ben riconoscibili attraverso tutti gli altri brani e qui, invece, diradatesi.
È difficile trovare dei riferimenti alla musica dei Massateque (non è sempre un aspetto negativo...), sembrano cinque musicisti abbastanza diversi come background ma che hanno saputo unirsi senza che l’uno prevalesse sull’altro; certo, il tempo aiuta e loro di tempo insieme, dal 2008, devono averne trascorso parecchio. “Scorie” dimostra la loro bravura nel saper costruire in modo ordinario, ora forse dovrebbero calcare le strade dello straordinario, mettendosi in discussione e facendo dei propri limiti i loro tratti somatici.
---
La recensione Scorie EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-23 00:00:00
COMMENTI