Confusione
“Fatevi trasportare in una giungla di animali mai visti.. tra suoni, frastuoni, rumori e odori nuovi ed allo stesso tempo antichissimi!”, questa è la presentazione inserita nella bio de Il Crimine che senza dubbio incuriosisce. Poi, tutto l’entusiasmo iniziale si affievolisce. Durante l’ascolto dell’album non sembrano esserci né animali (certo, metaforici) né quella contaminazione del nuovo col vecchio di cui si parla.
L’album omonimo de Il Crimine è essenzialmente un album rock, dai suoni duri, dai ritmi frenetici e dall’influenza reggae, soprattutto nell’utilizzo predominante del basso. I testi sono tutti in italiano, e vantano di essere “lo specchio di tutto ciò che voi e noi consideriamo criminale in questo periodo storico” (sempre dalla bio). Molto facile scadere nel qualunquismo e nella retorica. A quanto pare, Il Crimine fa di meglio e salta da una parte all’altra di argomentazioni inesistenti e scelte inconcludenti.
In “Abitudini” la voce alla Manuel Agnelli esplica i processi intricati della psiche (“la mente crea situazioni strane dove non sai più come muoverti”) per invocare poi arrabbiato “Cristo santo ascoltami” in “Cristo santo”; in “Jungle Trip” vale tutto, e ci si sbizzarrisce con la fantasia e il paradossale (“Hai mai visto un elefante che balla reggae?”). E così arriva, finalmente, il sempreverde e (quasi) onnipresente brano di denuncia, “Jerusalemme” (“ho visto il petrolio nascere come i fiori a primavera”) che sembra costituire una critica fine a se stessa, quasi per niente circostanziata. Infine, le atmosfere lisergiche del basso intrecciate all’incursione di voci e grida di “Starei notti intere” si affievoliscono con l’armonica di “Cosa io vedrò”, brano che ben presto deflagra in ritmi schizofrenici che si concludono con il solito, vecchio assolo di chitarra.
L’album de Il Crimine sembra essere un’accozzaglia di elementi messi insieme senza una logica. Non pare esserci nessuna omogeneità, nessun legame tra i brani che, presi singolarmente, non spiccano per originalità. La parola d’ordine è confusione.
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La recensione Il Crimine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-26 23:30:00
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