Se bramate sconquassi musicali e volete lanciarvi in un rafting uditivo facendovi largo tra correnti e cascate ritmiche, “Nowhere”, recente cimento degli Imodium, è il disco che fa per voi. La band lombarda vi travolgerà con un’impetuosa scarica di energia, sarete percossi da chitarre al vetriolo e da taglienti suoni di basso e batteria e affonderete in un’ondata di scatenate progressioni emo-grunge (termine con il quale la band ama definire la propria musica).
Non conoscendo il background degli Imodium, “Nowhere” è il loro primo disco che ascolto, e per farmi un’idea del loro percorso artistico sono andato in cerca delle recensioni dei loro vecchi dischi: ho letto le critiche attribuite a “Plastic brain” (luglio 2000) etichettato come la sterile riproposta di un sound di chiara scuola seattleana e le incoraggianti parole che hanno accompagnato “Imodium” (luglio 2001), definito poliedrico ed originale.
Basandomi sui giudizi espressi dai miei colleghi e sulle canzoni di “Nowhere” mi sento però di affermare che gli Imodium hanno raggiunto un’evidente maturità, riuscendo a plasmare un’intrigante bolo sonoro composto da punk, grunge e noise.
Penso che questa sia la strada giusta e percorrendola gli Imodium forse non scriveranno pagine di sconvolgente originalità nella scena musicale, ma di certo si ritaglieranno un loro spazio, percotendo parecchi canali uditivi e appiccando molti focolai di pogo…
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La recensione Nowhere (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-11-07 00:00:00
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