Il terzo disco di Matteo Toni vira maggiormente in direzione del cantautorato di nuova generazione, rompendo un equilibrio che era stato assoluto nei primi due dischi
Torna Matteo Toni con la sua chitarra slide e il suo sound ibrido tra blues, reggae e canzone d'autore. In questa terza prova sulla lunga distanza, è proprio questo ultimo aspetto ad emergere, conferendo ai nuovi pezzi un'andatura più pimpante, meno quadrata, che lascia maggior spazio ai testi, sempre stralunati come nei dischi precedenti.
Un tipo di approccio che si spinge maggiormente verso il pubblico di certo cantautorato indie italiano, voltando un pochino le spalle a quello più avvezzo a sonorità blues e classiche: in "Santa pace" l'equilibrio fra questi due mondi era rimasto assoluto, grazie alla maggior essenzialità (e ritmicità) del cantato e a un lavoro sul suono anch'esso tarato sul "less is more".
In questo "Nilla! Villa!", ferme restando le sue capacità vocali e con la chitarra slide, Matteo sembra aver fatto una scelta precisa, non tanto a livello di arrangiamento, che fondamentalmente rimane quello se eccettuiamo la voce un po' più alta in certi brani, quanto tematico (musica porno, kebab, sigarette scroccate, surf, della serie: stiamo cercando di costruire un altro tormentone?).
Ok bene, fino a qui: una volta chiarito l'obiettivo, sembra giusto inseguirlo. Quello che però si nota è la minore efficacia - melodica, in particolare - dei pezzi di questo nuovo disco accostati a quelli di "Santa pace", nonostante la dichiarata ambizione di essere più pop, canzonettistico addirittura: la maggior parte dei brani di "Nilla! Villa!" non suona molto diretta, non arriva facilmente all'ascoltatore.
Anche nelle ballate: confrontare ad esempio un pezzo come "La fine del mondo" con "I provinciali di nuoto", dal precedente disco. Tutto ha l'aria di essere più costruito, più pensato, e questo non è sempre un bene. Perché anche il pubblico del cantautorato di nuova generazione, così come quello del blues e di ogni altro genere, è sempre alla disperata ricerca di spontaneità. Ma per fortuna Matteo Toni ha talento, e c'è da credere che questa spontaneità, che veniva fuori naturalmente nei primi due dischi, la possa ritrovare facilmente in futuro, magari proprio fra le corde della sua amata lap steel.
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La recensione Nilla! Villa! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-27 00:00:00
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