Ci sono due semplici modi per affrontare lo scibile musicale del trio veneto Culiduri (voce, batteria, basso). Il primo, serio e critico, li vuole come eredi attuali e virati alla contemporaneità dell'avanguardia di scuola Wolfango, cerebralmente disturbata, ironica e drappeggiante follia e insani luoghi comuni. La seconda è prendere il divertissement dietro al tutto e urlare al cielo un glorioso e benemerito “MACCOSA”. Personalmente sono propenso ad affrontare questo "Cul-tura" (tre pezzi per un giorno di cazzeggio in studio) in modo serioso ma non serio e quindi si prenda il bene di tutto ciò che ci viene concesso, ossia del buon post-punk-core essenziale ed espressivo, infantile ma pur sempre di puro istinto e con qualche sprazzo di simil genio (“non sono vegano ma mangio il pesce sotto la doccia per sentirmi più a contatto con la natura”). Inoltre vi sfido a non cantare “Gigi Sabani non si drogava” o “Gianni Morandi mangia la merda” dopo aver ascoltato “Gigi”. Fate vobis.
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