Ché uno, con quel nome un po’ così, con quel titolo un po’ colà, con quella copertina che vuol esser simpatica, ma è solo francamente brutta, ai feat. Esserelà non darebbe un centesimo. Figurarsi un ascolto. Invece il trio bolognese, con al sola forza di chitarra, batteria e tastiere, spacca e non poco. Il disco, solo strumentale, ha energia e forza incredibili: tra base funk che sembra uscita da uno di quelle band leggendarie e sconosciute ai più dei primi anni '70 e aperture progressive che spaziano ora verso il jazz (con più di qualche strizzatina d’occhio ai Weather Report e a Keith Jarrett) ora verso il rock, senza mai risultare cerebrali, va a finire che uno neppure si accorge che mancano voce e cantati.
Un disco fuori dal tempo, perché caratteristico di un’epoca ormai passata e lontana, ma allo stesso tempo in possesso di potenza, freschezza e varietà invidiabili e inconsuete, “Tuorl” è un disco che consiglio a chiunque ami funk, jazz rock, progressive. La traccia finale, live, mostra una band capace di trasferire tutti i pregi delle tracce registrate in studio anche dal vivo. Una party band intelligente e colta, ma soprattutto divertente. Provatela. Non ve ne pentirete.
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