A sei anni da “La morte dei miracoli” e a ben undici da “Verba Manent”, torna Frankie Hi Nrg Mc, l’icona nostrana in fatto di Rispetto e Credibilità del ‘potere alla parola’ di lontana memoria, ovvero l’unico rapper in italia per cui forse un paragone, come approccio alla materia, a un mostro (sacro?) dell’hiphop statunitense come KRSone, non suonerebbe troppo stonato. Bene, dicevamo, Frankie da alle stampe questo “Ero un autarchico”. Grande è l’attesa, famelico l’ascolto. Argomenti trattati: Politica, Media e Consumismo. ovvero i temi caldi di questi Nuovi Anni Globali (oltre a ben 2 testi diretti contro discografia e discografici ‘Chiedi chiedi‘ e ‘L’inutile‘). E lo fa come d'abitudine con estrema cognizione di causa e lucidità. Con testi 10 gradini sempre sopra la media. Con alcuni episodi da applausi, su tutte l’iniziale “Raplamento” e “Generazione di mostri” (già presente in una rough-version (migliore) nella colonna sonora del film ‘Zora la Vampira’). Alcuni spezzoni (splendidi) di discorsi campionati (“Voci di piazza”), alcune pesanti cadute di tono e tensione (‘Terrificanti‘ e ‘Sana e Robusta‘), episodi ottimi nelle intenzioni ma non altrettanto conclusi (‘Gli accontentabili‘ e ‘Le perdute ali dell’olecrano’). Sicuramente nessun singolone epocale alla ‘FightdaFaida’. Punto. A capo.
Giudizio: a lungo andare e nel complesso “Ero un autarchico” resta un disco che non spacca e nemmeno insinua il virus (intendo dire: ve li ricordate i borghesucci figli di papà cantare il ritornello di “quelli che benpensano” ?!?). Un disco che scivola via (bene) lasciando però veramente troppo poco rispetto a quanto (tanto, tantissimo) in passato ha saputo lasciare Frankie. Forse ci si aspettava troppo. Lecito. Forse rimane sempre valida quella canzoncina che diceva “non fare di me un idolo mi brucerò, se divento un megafono m’incepperò”. Forse chissà. L’impressione è di un disco troppo suonato, più che addolcito (che non sarebbe termine appropriato) direi smussato. Sicuramente meno ruvido, per forza di cose meno urgente. Ipercoccolato. E tutto questo si sente. E il disco finisce per non girare e rigirare nel lettore.
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