Malgrado il titolo, non basta una gabbia di Faraday per arginare la carica elettrica di questa formazione romana, che con disinvoltura riesce a passare dal progressive alla sinfonica, valorizzando la spiccata vena pop della voce di Gabriele Colicchio, che in certi frangenti richiama quella di Adam Levine dei Maroon 5.
La ricerca di stile dei Daily Sunset sembra essere votata, soprattutto nella seconda parte del disco, alla fusione tra la dimensione classica quella metalcore; ma quel che più caratterizza le loro tracce è la voglia di sorprendere e stupire, che passa attraverso continui cambi di ritmo e una verve a dir poco rococò, grazie alla mescolanza di organi, pianoforti e sintetizzatori che a più riprese spezzano e determinano la varietà stilistica dei brani.
Una facciata barocca, quella dei Daily Sunset, che non ha paura di mettersi sotto i riflettori e di mostrarsi per quello che è: un luccicante inno alla fantasia.
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