Un esordio deciso ma tutt'altro che perfetto
Gli anni '80 si sa, o si amano o si odiano; e i LoveRecycle sembrano appartenere al primo gruppo dato che in questo disco d’esordio si sente sin dal primo attimo la piena ispirazione alla musica internazionale di quel periodo. Nello specifico, la band formata da tre ragazzi padovani si rifà al genere pop rock freddo e dai tratti epici, tipico della cosmologia popolare di quegli anni e che si muove dagli Europe a Samantha Fox, passando per i Berlin. La caratteristica principale dell’album sta nel suo essere prevalentemente un album dai ritmi lenti, ricco di ballad dai toni depressivi e malinconici. I momenti in cui il numero dei bpm viene liberato sono davvero pochi e limitati a poche tracce. Tra queste figurano “The Run”, il cui giro di basso amalgamato con il riff della tastiera ricorda i Foreigner, oppure “White Line”, i cui suoni più decisi rimandano invece ai Toto. Oppure a singole parti di alcuni brani, ad esempio l ritornello di “Control”, quello di “Blue e Gold” trainato dal synth, oppure l’intro della seguente “Not the One”. Ma per la maggior parte del tempo questo rimane un album dalle linee diluite, le quali vengono spezzate talvolta dal basso e dalla chitarra, più duri nelle sonorità.
“LoveRecycle” non è certo un album che cerca ammiccamenti verso ascoltatori esterni alla propria cerchia di possibilità, riuscendo così a creare una sonorità ben precisa ed identificabile. Purtroppo però la compattezza non riesce ad andare oltre se stessa e a garantire anche una propria identità ben distinguibile dal movimento a cui si ispira. È vero che non si parla certo di un lavoro che mira all’innovazione e per questo ci può stare un totale rimando ad un’epoca passata. Ma è un peccato non riuscire per l’appunto a svincolarsi oltre il mero confronto con band più celebri, rischiando così di essere un ascolto per soli patiti del genere.
L’esordio dei LoveRecycle è tutt’altro che perfetto, ma ha il pregio di essere genuino e con un indirizzo ben chiaro della propria idea di musica, anche se questa trascina il gruppo nel rischio di imitare fin troppo se stessi e i propri idoli. Un album forse non per tutti a causa proprio della strada scelta, ma se appartenete anche voi al gruppo degli amanti degli anni '80, quelli più emotivi e malinconici, probabilmente apprezzerete il lavoro fatto da questi ragazzi.
---
La recensione LoveRecycle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-22 00:00:00
COMMENTI