Redrum Experience Jailbreak 2014 - Rap, Nu-Metal, Punk-funk

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Un disco fatto di groove martellante e parole arrabbiate, con un impatto sonoro fortissimo ed originale, ma lo sguardo sempre rivolto al funky-rap-nu-metal americano.

La prima fatica discografica dei Redrum Experience è un pugno allo stomaco ben assestato, fatto di groove martellante e parole sputate in faccia come proiettili. I quattro ragazzi sardi, pur respirando l’aria di una terra tradizionalmente più incline a valorizzare ed esportare, musicalmente parlando, il proprio patrimonio etnico-popolare, sembrano viceversa aver meglio assorbito i dettami del crossover d’oltreoceano, proponendo una vigorosa commistione di funky, rap, nu-metal e pop-punk.

"Jailbreack" è un lavoro coeso e senza compromessi, povero di spunti melodici banali o vagamente accomodanti. L’impatto sonoro è innegabile, benché, sotto il profilo strettamente musicale, non si possa certo parlare di un miracolo di originalità e sperimentazione, viste le troppe similitudini con l’alternative-rock americano di RATM, Primus e Red Hot Chili Peppers. L’abilità tecnica dei musicisti, è ben bilanciata dalle doti interpretative del vocalist, impegnato per quasi tutti i trenta minuti scarsi di questo lavoro, nel non facile compito di declamare le proprie metriche con ammirevole convinzione.

Parole arrabbiate e per nulla concilianti, si dimenano come forsennate alla ricerca di un legittimo spazio espressivo, facendosi largo tra strutture ritmiche sincopate, poderosi riff di chitarra, furiosi passaggi di batteria ed incalzanti slap di basso, che, se da un lato, ne compromettono parzialmente l’intellegibilità, dall’altro ne rafforzano l’efficacia. E poco importa se, a volte, riuscire a seguire con continuità il flusso delle parole è un’impresa davvero ardua.

La scelta di utilizzare la lingua italiana, contribuisce, nella sostanza, a generare un’associazione semantica tra suoni e parole molto interessante e poco convenzionale nell’ambito specifico del genere di riferimento. Con questi presupposti, possiamo solo augurarci che, in un futuro prossimo, questa band possa continuare ad esprimersi con altrettanta forza, convinzione ed originalità, svincolandosi del tutto da certi schemi preconfezionati.

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La recensione Jailbreak di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-05 00:00:00

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