La storia: ...anche stavolta ha avuto ragione lui! Dopo il grande successo ottenuto con "Buon compleanno Elvis" e i 7 singoli estratti dallo stesso, le apparizioni più impensabili nella tv di stato e non, la serie di tournée, i premi ricevuti al PIM organizzato da "Musica" nell'anno 1996 e 1997 e la continua approvazione della critica, hanno fatto salire il nostro agli onori della cronaca, tant'è che anche il Tg2 (!!!!) gli rendeva merito dopo il concerto romano dell' 8 giugno, dal quale, tra le altre cose, è estratta buona parte del materiale live. Insomma, Ligabue ha avuto una "botta di culo" (come fare a negarlo?) soprattutto perché dopo la dipartita dei Clandestino sembrava fosse finito, nel senso che non si poteva immaginare una band più consona al suo suono. E invece becca 3 elementi che militavano nei Rocking Chairs (gruppo che avrebbe meritato altre fortune, ma si sa come vanno le cose in Italia) e ci piazza sopra il prode Poggipollini che fa bene il suo lavoro, suona gli assoli e piace pure alle ragazze. Ebbene, tutto funziona alla perfezione: melodie che farebbero invidia a qualsiasi estimatore del rock classico "made in U.S.A." (do you know Black Crowes?) e che riescono anche a mettere d'accordo i radicali della canzone d'autore italiana. Il live: ...nel lavoro appena uscito, registrato rigorosamente dal vivo (scelta coraggiosa che condivido in pieno), il rocker di Correggio mette in mostra tutti i suoi attributi e, al di là del curriculum di cui sopra, dimostra chiaramente come oggi si possa fare del buon rock senza per forza dover appartenere al circuito underground; l'esperienza che negli anni il nostro ha accumulato sui palchi lo ha portato non solo a proporre un suono che in Italia nessuno era mai riuscito a sintetizzare così bene, ma anche a rendersi effettivamente protagonista della scena musicale a cui eravamo abituati, dove i vari Dalla, Ramazzotti, Baglioni, e non ultimo Pino Daniele, non erano sicuramente sinonimo di creatività, pur se certa critica non si stancherà mai di incensare i loro lavori. In pratica Ligabue è riuscito a tradurre "in italiano" (e poi ha messo molto del suo) l' idea di rock suonato con le chitarre, un genere che attualmente non sembra gradito da critici e classifiche. In seguito, con l'aiuto di Fabrizio Barbacci (che militava nei Moda, gruppo fiorentino degli anni '80) è riuscito ad ottimizzare un sound che oggi ascoltiamo in queste incisoni dal vivo: si senta la versione "southern" di "Ho messo via", oppure il medley centrale (un paragone col "Detroit medley" di Springsteen?) del primo cd, o ancora la parte acustica con "Lo zoo è qui" e la fantastica "Piccola stella senza cielo", senza dimenticare la rilettura di "Sogni di r 'n' r". Insomma, sulla scelta delle canzoni dal vivo ci sarebbe da ridire solo sulla versione di "Hai un momento Dio" che, pur se impreziosita dall'assolo dell'ex-Stones Mick Taylor, avremmo preferito "dylanianamente" solo chitarra e armonica. Gli inediti: ...per quanto riguarda le nuove composizioni bisogna fermarsi un po' a riflettere ; è certo che "Un giorno di dolore che uno ha", dedicata all'amico Stefano Ronzani (a proposito: ma quanti sanno chi è questo personaggio, visto che lo nominano tutti?), è molto valida, come anche "Tra palco e realtà", due canzoni che confermano il Liga a grandi livelli. Forse bisogna dire che si rischia un tantino l'effetto "riciclo", poiché le due tracce risentono un po' della produzione di "Buon compleanno Elvis". Discorso a parte per "Ultimo tango a Memphis": cover di "Suspicious mind" (guarda caso un brano di Elvis), viene riletta in onore del re in puro "italian style". I concerti: ...la scelta di esibirsi in 5 shows estivi non ci dispiace (in fondo "it's only rock 'n' roll"), ma anche in questo caso si rischia l'effetto "spaccamaroni", siccome è ormai da due anni che ce lo becchiamo in giro, senza contare naturalmente le nuove avventure editoriali. Il futuro: ...a questo punto l'attesa per la prossima prova in studio del "Luciano nazionale" sarà spasmodica più per lui che per noi: sfornare un album che riesca a bissare il successo dell'ultimo sarà un'impresa non facile, ma in fondo non si tratta di dover fare miracoli, è necessario solo attaccare il jack all'amplificatore e cominciare a suonare come solo lui e la sua band sanno fare.
---
La recensione Su e Giu' dal Palco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-05-25 00:00:00
COMMENTI