Badilate di demagogia declinate su riff di chitarra spudoratamente anni '80
Genova è una città unica. Fantastica. Intrisa di poesia. Ha dato i natali ad autori che non hanno neanche bisogno di essere menzionati; nel corso della sua storia millenaria, ha continuamente ispirato scrittori e cantanti. Mi duole sempre parlar male di qualcosa partorito a Genova ma, ahimè, anche la Superba a volte esaurisce il suo effetto.
Sarà forse colpa della poca distanza che separa Piazza della Giuggiola da Sant'Ilario, fatto sta che i testi di "I love freak" più che intrisi di poesia sembrano scritti dal ghost writer di Beppe Grillo. Altro che "Badilate di kultura", badilate di demagogia declinate su riff di chitarra spudoratamente anni '80. Il mood dell’album è identificabile sin dalla prima canzone, "Par-lamento", che recita continuamente la frase “voglio sodomizzare un parlamentare”. È vero, tutti noi pensiamo che i politici siano ladri, e certo saremo colpiti dalla raffinatezza della forma, ma spiegatemi: dove stanno i contenuti? "Par-lamento" essendo una cover dell’ultimo brano scritto da Roberto Freak Antoni rimane un esempio decontestualizzato ma non per questo meno indicativo. Questa presunta superiorità culturale fomenta gli Altera ad innalzare la poesia a ragion d’esser della propria musica.
La storia della letteratura ci insegna come non solo poesia e volgarità sappiano coesistere insieme ma come, addirittura, nella penna di mostri sacri come Shakespeare e Fo, riescano a raggiungere risultati straordinari. Ma è una ricerca velleitaria. Parafrasando il titolo di una canzone dell’album, "Moriva in me la poesia", oserei dire che la poesia è morta in "I love freak". Questa dimensione poetica oltre a non esistere è talmente esibita da risultare pesante. La realtà è che ostentare la cultura attrae di più che saperla maneggiare e gente come me, che si ritiene in possesso di una buona cultura ma priva di talento, dovrebbe avere un’intelligenza tale da rendersi conto che è meglio tenersi lontani da qualsiasi ambito della produzione artistica. Gli Altera non hanno abbastanza coraggio per abbracciare la via del rock demenziale adottata, e anzi inventata, da loro guru Freak Antoni perché smentirebbero la loro immagine da intellettuali. Nascondendola sotto un patetico velo letterario sembrano affermare che essere totalmente demenziali voglia dire essere totalmente stupidi. Basterebbe citare gli Elio e le storie tese per smentirli. Gli Altera, usando una terminologia niciana, sono una corda tesa tra la PFM e gli Skiantos. Una corda così tesa che alla fine si è rotta.
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La recensione I Love Freak di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-06 00:00:00
COMMENTI (4)
Marco Beltramelli, gentilmente, ti saremmo grati se la finissi di dare definizioni del prossimo (che di fatto non conosci, alias Altera): "intellettuali", "poeti", "insegnanti di libertà", ecc... Non è necessario, davvero, tienitele per te, grazie. Fanno parte di un approccio più da Facebook che altro. Suggeriremmo anche di piantarla con mettere in mezzo De André, che da quando è defunto viene citato (spesso a sproposito), per qualsiasi cosa riguardo la musica genovese e ligure: rock, metal e tralalêro, recensioni di dischi, videoclip e concerti. Non se ne può davvero più. Che a te del Premio Tenco non "fotta un cazzo" ci può stare, ma che tu ometta la notizia, dal punto di vista della cronaca giornalistica può invece essere piuttosto discutibile. Una buona informazione, attenta al lettore (e te lo dice uno che qualche recensione l'ha scritta ed in qualche cassetto ha ancora la tessera dell'Ordine, per quanto di ciò te ne possa fregare di meno), poteva essere del tipo: "questo disco è stato candidato al Premio Tenco come Album dell'anno (nonchè realizzato in collaborazione con il MEI e tramite Musicraiser - nda), ma per me invece è proprio orribile. Vi dico perchè:...". Cosa che tu invece non fai.
Chiariamo definitivamente: non sei il primo, in tanti anni, che scrive male di un nostro progetto o che lo stronca, ciò fa parte del gioco ed è assolutamente legittimo: come già evidenziato, in quasi 20 anni non avevamo però MAI dovuto rispondere (diritto di replica, non... "prendercela con te"), perchè non avevamo mai letto, tutte insieme, una tale mole di inesattezze, imprecisioni ed errori di sostanza, ampiamente evidenziati nello scorso commento. Per non parlare del livore, ben oltre il livello di guardia e del comprensibile. Che sei "un pischello" l'hai scritto tu... E' meglio non scrivere, nemmeno in una risposta ad un post, che ti sei andato a leggere la bio su Rockit... squalifica te ed il sito che ti ospita. Idem per gli input ricevuti dalla direttrice, che sono robe "interne" e non interessano ai lettori, così come ciò che studi o cosa ti scrivono o ti inviano le band. La citazione "accomodata" di Moretti era dovuta al termine "Niciano" (chissenefrega di EcoUmberto) o "Nicciano" che dir si voglia, che con la recensione di un disco non c'entra nulla, è solo pretenzioso. Non scrivere nemmeno che ti "stavamo sui nervi", può far intuire che non hai molto controllo quando fai una recensione. E nemmeno che eri "pieno di aspettative" per una foto in copertina... indica un livello di mestiere bassino. Spiega le cose: se citi la Giuggiola dì il perchè (il lettore non è un indovino), non si capisce che si tratta della cover. Concludendo: se devi stroncare chicchessia fallo, ma argomentando opportunamente i motivi (sinceramente, dalla tua recensione non si capisce, anzi, massacri testi ben noti di Freak prendendoli per nostri e sulla musica c'è solo una mezza frase in tutto il pezzo) e con un minimo di rispetto per il lavoro altrui, che è fondamentale. Tutto ciò fa la differenza tra scrivere su Facebook o per hobby e farlo invece con cognizione di causa e professionalmente.
Apprezzo però la sfacciataggine: personalmente, se io avessi scritto, come hai fatto tu, che "i testi di "I love Freak" (all'80% di Freak Antoni - uno dei veri grandi degli ultimi decenni - nda) più che intrisi di poesia sembrano scritti dal ghost writer di Beppe Grillo"... più che rispondere ulteriormente mi sarei andato a dedicare al "Gazzettino delle Giovani Marmotte". In ogni caso, in questo post ci sono un pò di cose utili... vedi tu l'uso (o il non uso) che vuoi farne. Buona fortuna per tutto. Con tanto affettato (cit. Freak) ALTERA
Ok,non so dove partire. Sorvoliamo sulla distanza tra piazza della giuggiola e sant'ilario perché giustamente voi siete poeti e non riuscite a cogliere un eufemismo. Genova la conosco molto bene. Cito una piazza e un quartiere della stessa città ,non mi pare di aver parlato della distanza tra piazza della giuggiola e Pechino. è fisicamente impossibile che siano troppo lontane. mi suona tanto di arrampicata sui vetri. Comunque. Precisiamo. A me del premio Tenco non me ne fotte un cazzo. Mi spiego ,le candidature o i premi che avete vinto non cambiano quella che è la mia impressione o il mio giudizio. Non sono i 4 premi Tenco a farmi piacere Capossela ma la sua musica. Sarebbe come ammettere la bontà di un film in base agli oscar che ha vinto senza nemmeno averlo visto. Mi stupisco che voi intellettuali politicamente impegnati, voi che ci insegnate la libertà ,vi facciate influenzare da queste cose. Nanni moretti ha mai vinto un oscar tra l'altro?Ma Vabbè...
L'altro utente mi ha già segnalato l'errore,mi sono informato sulla bio di rockit, è ammetto di aver sbagliato. Non provo a giustificarmi, ho scritto un inesattezza e punto. Questo non giustifica le vostre accuse di presa di posizione, ascolto superficiale o mancanza di conoscenze. Innanzi tutto, non solo ho ascoltato più volte il vostro album, ma proprio perché non mi piaceva ,sono andato ad ascoltarmi tutti i vostri album precedenti, che voi ci crediate o meno, perché non voglio scrivere di cose campate in aria. Se voglio capire i motivi del vostro"stile"e necessario conoscerne il percorso. Avevo ben presente la vostra passione per la poesia. Devo ammetterlo, non ho riconosciuto Raffaele crovi (scusate se non conosco a memoria tutte le poesie che citate nelle vostre canzoni, non mi ricordo più neanche la cavallina storna, sono proprio un ignorante ), ma il discorso è diverso per whitman. Quindi le due o tre "cosucce"tenetevele per la vostra musica. È vero non ho una conoscenza del rock demenziale pari alla vostra e non ho avuto il piacere di conoscere freack antoni. Quel che è certo è che lui ha inventato qualcosa e, in quanto tale, lo si può definire artista. Se voi pensate che basti citare lui o Walter whitman per decretare la bontà della canzone fatti vostri . Ma davvero non credo siate così bigotti da poterlo credere. Voi ve la "siete presa" con me per questa recensione , gli artisti a cui scrivo recensioni buone mi scrivono mail di ringraziamenti ed elogi. Mi hanno pure spedito i cd. Grazie al cazzo. Facile così. La realtà è che io sono un pischello , ho iniziato da poco a scrivere, e non ho il diritto di decretare il futuro di nessuno. Non ho mai scritto una recensione cattiva ad un esordiente perché non sarebbe giusto. Cioè cazzo mi starei proprio sui coglioni. Con voi mi sono trovato per la prima volta di fronte l'obbligo di scrivere una recensione "stronza". Davvero, non lo dico con cattiveria ,ma avete urtato il mio senso del gusto. Mi davate ai nervi. Io comunque studio filosofia e, per quanto coglione,mi ritengo in possesso di una morale forte. Ho scritto alla mia direttrice sulla possibilità di essere più cattivo questa volta, in fondo, la band che dovevo recensire aveva vent'anni di carriera alla spalle . adoro essere saccente ma non mi piace essere cattivo, ero in preda ai sensi di colpa. Però non sarei stato sincero. Mi ha dato il via libera perché le mie giustificazioni erano buone. Che voi lo condividiate o meno quel che ho scritto è esattamente il mio parere. E io ci sono rimasto male perché quando ho visto la copertina con una piazza dei vicoli,quando ho scoperto che dovevo recensire un band di Genova ero pieno di aspettative. Ho proprio pensato "sarà l'album più bello che mi è capitato fin ora",invece no, si è rivelato il contrario. Insomma come ve lo devo spiegare che mi dispiaceva. Dovreste spendere meno tempo a scrivere commenti e dedicarlo alla musica,magari scrivendo testi vostri. Ma belli. E di attualità politica vera. Non voglio sodomizzare un parlamentare. Parlo di concetti veri. Voi non siete freack antoni. Se mi permettete, non mi basta capovolgere un cesso per diventare duchamp. Infine, dato che rinnegate la superiorità culturale di cui vi ho additato ma siete qui a farmi le pulci e non potete fare a meno di citare Nanni moretti (sbaglio o è un atteggiamento ipocrita )vorrei consigliarvi di non buttarla neanche su questo campo. Io non parlo così ero riferito al trend negativo. Ho mai usato parole del genere??no
Perché davvero me ne vergognerei. Sapete trovarmi un sinonimo di niciano? Limitandoci al
Copia e incolla da google"Sono consentite semplificazioni come niciano per non scrivere nietzscheano".. Voi che siete colti, sapete chi lo ha scritto? Umberto Eco. Spero di recensirvi di nuovo in futuro ma sta volta con un bell'album.
Belin
La recensione di “I love Freak”, a firma Marco Beltramelli, ci obbliga nostro malgrado, per la prima volta in quasi due decadi di attività, a dover rispondere, vista la quantità di inesattezze, tali da far pensare che il recensore abbia ascoltato un altro disco o che nutrisse una qualche forma di malafede in partenza. Soprattutto il fatto che il suddetto lavoro, assolutamente imprevisto, sia interamente dedicato a Roberto “Freak” Antoni, ospiti la sua ultima registrazione e racconti piccoli pezzi di un’amicizia nata insieme alla band, ci obbliga a farlo.
Lasciando perdere la distanza tra piazza della Giuggiola, dove abita il cantante del gruppo (che organizzò nel 2008 lo show di “Freak” da una finestra del suo palazzo – un’immagine costituisce la cover dell’album – per questo viene citata) e la località S. Ilario dove abita Beppe Grillo (per questo viene citata), comunque non consigliabile a piedi (sono circa 13 km in auto, percorrendo pure una “superstrada” cittadina), la frase “i testi di "I love freak" più che intrisi di poesia sembrano scritti dal ghostwriter di Beppe Grillo. Altro che "Badilate di kultura", badilate di demagogia declinate su riff di chitarra spudoratamente anni '80”, chiarisce la questione.
Il recensore NON SI E’ ACCORTO che quasi tutti i testi del disco (ben 8 su 12) sono di “Freak” Antoni (gli altri sono di Walt Whitman, Raffaele Crovi - interpretati da "Freak"- Bruno Rombi - una dedica - e solo uno degli Altera (proprio quella “Par-lamento”, che reciterebbe “continuamente” (in verità 4 volte in 4 minuti e rotti) la frase “voglio sodomizzare un parlamentare”. Se ne deduce che il recensore non conosce la produzione artistica di colui che ha inventato il “rock demenziale” ed altre varie “cosucce”. E la “massacra”, pensando di massacrare noi. Curiosamente poi, l’unico riff presente in tutto l’album, è quello, rivisto, della rilettura di “Paese scarpa” degli Skiantos. Quindi, “Par-lamento” non è, a differenza di quanto si afferma, una cover dell’ultimo brano scritto da Roberto “Freak” Antoni, ma un brano degli Altera, con una citazione Skiantos anche piuttosto nota (“Cosa pretendi da un paese che ha la forma di una scarpa”), con l’artista bolognese ospite in voce: l’ultima volta che ha registrato in uno studio nella sua vita. Questioni che necessiterebbero di un'oncia di attenzione. Gli Altera “scoprono” poi oggi, dopo 20 anni di musica, di avere una “presunta superiorità culturale” (QUESTA E' BELLA!), che “non hanno abbastanza coraggio per abbracciare la via del rock demenziale” (un genere che non ha mai avuto nulla a che vedere con noi, suvvia); che “sono una corda tesa tra la PFM e gli Skiantos” (due band, specie la prima, assolutamente estranee al mondo ed al suono Altera; il fatto che Franz Di Cioccio abbia prodotto un cd Altera nel 2001 e che nel 2014 Altera abbia, tramite “crowdfunding”, dedicato un lavoro all’amico “Freak” Antoni, non è una somma così elementare e superficiale di fattori). Sorvoliamo sul “niciano”, che avrebbe portato Nanni Moretti ad urlare “Io non parlo così, le parole sono importanti”. Scrivere di musica, in primis per rispetto verso chi legge, necessita di un bagaglio culturale almeno minimo e di un poco di correttezza: è assolutamente legittimo stroncare artisticamente un disco che non si apprezza, anche se magari il medesimo è candidato al “Tenco” come “Miglior album dell’anno” (è il caso di “I love Freak”), ma ciò va fatto con un poco di rispetto per chi suona (specie se da una vita, specie se non discorriamo di star milionarie ma di un grande artista - che continua ad essere incompreso) e soprattutto documentandosi con la cura necessaria.
Può non piacere un disco! Ma questo non giustifica l'offendere l'artista. Una recensione palesemente intrisa di disprezzo. Poco professionale. Ma anche poco afferente la realtà: basti pensare alla frase ""Par-lamento" [...] una cover dell’ultimo brano scritto da Roberto Freak Antoni". E' un brano originale. Freak ha solo prestato la voce per un cameo artistico.
Rock.it, se siete a corto di recensori basta fare un piccolo concorso on line invece che far scrivere sta gente!