Disco che non convince appieno, episodi troppo deboli e privi di appeal. C'è bisogno di concentrarsi maggiormente sul sound e limarne i dettagli.
“Quando tutto tace” viene definito, cito testualmente dalla bio, “un disco sul silenzio che precede le parole e la musica”. Ecco, forse questo silenzio è troppo ridondante nei quaranta minuti del nuovo lavoro dei Sydyan, i quali ci propongono un prodotto che, ahimè, scorre davvero in sordina. Alcuni episodi sono piacevoli, come l’iniziale “C’è buio”, letto di chitarra acustica e atmosfere folk che procedono con delicatezza verso la semplicità à la Bright Eyes di “Quando tutto tace”, o ancora la mumfordiana “Nearby” e la più solida “The wind”, che approda su derive brit, mentre altri perdono la loro quadratura, come “Tramontaurora” e la sua coda di synth finale, o “L’assoluzione” e il suo sound poco curato. Non convince inoltre la scelta kamikaze di mescolare pezzi in italiano ad altri in inglese, che risultano deboli e privi di appeal, così come passare da un folk piacevole (“Inutile”, che a tratti si tinge di accordi pacati alla maniera di Colapesce) ad un synth pop astenico (la circolare “Old buzzing”).
“Quando tutto tace” ha preso troppo alla lettera il concetto di silenzio, adottando certe scelte che vanno a penalizzare il risultato finale del disco. Certo, come già detto ci sono dei momenti che non dispiacciono affatto, e forse è proprio da lì che è necessario ripartire, per capire quale strada intraprendere nel futuro e concentrarsi maggiormente sulla cura dei dettagli, in modo da avere un sound limato e interessante.
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La recensione Quando tutto tace di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-26 00:00:00
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