“Luci, lampi e luminose sconfitte” non è nulla di epocale, ma certamente un discreto esordio
I Fitzroy con il loro esordio fanno una scommessa: serve un suono pulito e curato per inserirsi nella scena indie pop italiana? Secondo loro evidentemente no - o magari non sono così interessati a quella scena come possa sembrare ascoltandoli - dato che il gruppo pugliese è proprio questo, una band indie pop che si preoccupa poco di curare la registrazione. Un lavoro essenziale, pubblicato di getto bypassando i drammi della produzione e del missaggio. Musiche da cameretta insomma, più di quanto non lo fossero quelle dell’esordio dei Cani, e dotate oltretutto di una immediatezza non certo minore a quella di quest’ultimi.
L’album è di una velocità disarmante, non per una particolare brevità (la durata è di una mezz'ora abbondante) ma proprio grazie a una fluidità che gli permette di scorrere senza pesare sulle orecchie dell’ascoltatore. Un risultato incredibile per un lavoro volutamente lo-fi. Le musiche dondolano tra pop, new wave ed elettronica, mentre i testi snocciolano una retorica semplice che pone al centro la provincia e le ambizioni. Il risultato sono delle canzoni a metà tra Il Triangolo e L’orso, come dimostra emblematicamente “Una guerra di trincea”. C’é anche qualche piacevole esperimento, per esempio in “Psicoreato” viene palesemente citato lo spoken word degli Offlaga Disco Pax aggiungendone un tocco di folk. Bisogna dire però che le canzoni più riuscite sono quelle con un suono più pulito e dotate di una punta di ironia, tra tutte “Un chitarrista jazz” e “Tutti intellettuali”.
Intendiamoci, “Luci, lampi e luminose sconfitte” non è nulla di epocale, ma certamente un discreto esordio. Soffre molto degli errori di giovinezza, gli arrangiamenti sono quel che sono e i suoni non sono particolarmente curati, così come il cantato non è sempre convincente. Ma ha il pregio di riuscire ad essere proprio quello che vuole essere, ovvero un album adolescenziale e imperfetto, un semplice punto da cui iniziare. E la linea che si accinge a partire da quel punto è piena di potenzialità, bisogna solo sperare che raggiunga illesa la maturità.
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La recensione Luci, lampi e luminose sconfitte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-04 00:00:00
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