Un buonissimo lavoro
Il terzo disco della cantautrice romana è uno spazio in penombra morbido e leggero in cui il jazz, sussurrato all’orecchio, si mescola al blues, al folk, al funk e alle sonorità argentine fino quasi a trovare tracce anche di musica balcanica.
La release si apre con “So Close to You”, un jazz che scivola come una goccia di pioggia attaccata ad un vetro opaco (per perdersi chissà dove), e prosegue con un’atmosfera delicata sconfinando anche in un leggero country fino alla godibile “My Trouble with You” che spezza la continuità afferrandoci spalla e mano e trascinandoci verso un tango dai movimenti definitivi.
“Di nuovo libero” è l’unica traccia in italiano che con l’assolo di violini e un ritmo a metà tra smooth jazz e pop crea un riff capace di attirare l’attenzione mentre ci si sposta decisamente vero il funk, pur se misurato, con “You won’t put my down”. Il registro cambia ancora con “Everlasting Dream” dove pare quasi di viaggiare verso oriente grazie alle note aspre di un violino che, insieme ai cori, dà un tocco di ascetismo al lavoro musicale. Chiude il cerchio la versione acustica della traccia d’apertura che riporta allo spazio morbido e in penombra in cui si sente il bisogno di stare ancora un po’.
“So Close to you” si ascolta volentieri e fa sentire la sua energia tanto che sembra quasi registrato in presa diretta. Francesca Fabris mostra le sue diverse capacità espressive divertendosi a giocare con le varie declinazioni del jazz, anche se avrebbe giovato al lavoro una maggiore ricerca sulle sonorità e un missaggio più puntuale che invece in alcuni punti sembra un confuso a causa di una mancanza di equilibrio tra gli strumenti e la voce. Ma al termine del viaggio musicale con la Fabris resta nel cuore la passione, e suona nella testa più di un riff.
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La recensione so close to you di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-09 00:00:00
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