Nome nuovo, musica “vecchia”, sempre irresistibilmente grezza e pop.
Prima c'erano i The Clothes, duo chitarra-batteria.
Adesso, dopo l'uscita di Laura Palmizi, ci sono i The Clothz, sostanzialmente una one-man band, con un Massimo Scoposki tuttofare – cantante, chitarrista, bassista, tastierista – e un basso e una batteria per le uscite live. Cambia la forma, ma non la sostanza musicale: i cinque pezzi che compongono “Strange Days” hanno la stessa agilità di quelli di “Fairy Light Dress” nel muoversi fresche e leggere in un mondo in cui tutto è ammantato di pop, in cui i punk fischiettano e non sembrano per niente brutti e cattivi, in cui si può fare surf in un garage, e le trame beat sono tenute insieme da impunture dark. Due anni fa scommettevo sul futuro dei The Clothes, oggi canticchio “White Rose” e “Monkey Man” e punto sui The Clothz.
Comunque decidano di chiamarsi l'anno prossimo.
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La recensione Strange Days di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-16 08:00:00
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