Vi è mai capitato di sentire il bisogno impellente di cambiare? Cambiare vita, cambiare abitudini, cambiare taglio di capelli, cambiare radicalmente o meno ciò che ci sta attorno. A me sì, molto spesso, e sicuramente è così anche per Roberto Scippa, che ci presenta il suo secondo lavoro, "Canzoni d'emergenza". Ma cosa sono, queste canzoni d'emergenza? Sono quelle che non possono aspettare per farsi sentire, quelle che saltano fuori quando la metamorfosi che vogliamo compiere si palesa davanti a noi. Così il nostro ci porta per mano in questo suo cammino, all'interno della sua trasformazione, fra episodi didascalici ("Fatto per", "Canzone d'emergenza"), momenti di cantautorato delicato ("Un naufrago", "Il castello di carta") e istanti pop introspettivi ("Piccole rivolte quotidiane"). Incontriamo poi luoghi nei quali rifugiarci, che fanno da specchio rivelatore del nostro io ("L'isola"), o altri specchi ancora che diventano occhi ("Il bacio") su atmosfere pop rock, fino a domandarsi, su un ritmo scalpitante, quale sia l'elemento di liberazione che devvero cerchiamo ("L'ingranaggio"). In qua e in là si percepisce tensione emotiva ("Sporcarsi le mani"), leggerezza d'animo ("Vivo") e incertezza riguardo al presente ("Strani giorni").
In definitiva, queste canzoni d'emergenza sono quarantacinque minuti che si snodano fra un cantautorato delicato ed un pop rock piacevole, con un tema portante che lega tutti i pezzi fra di loro, uno dopo l'altro. Se perciò anche voi siete pronti a cambiare finalmente pelle, magari in vista della tanto attesa primavera, potete iniziare da qui, con Roberto Scippa.
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