DUST On The Go 2015 - Pop, Alternativo, Pop rock

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Raffinatezza d'altri tempi, unita a uno stile fresco e contemporaneo.

Come insegna il film “The Rocker – Il batterista nudo”, il miglior modo per saggiare la validità di un disco è il test al volante: basta infatti allacciarsi la cintura, infilare il cd nella fessura della plancia e vedere se almeno per una volta si riesce a guidare rilassati, senza dover per forza mandare a quel paese il tuo prossimo che intanto frena senza motivo. Per dovere di cronaca devo ammettere che il test non l’ho fatto; ma è stato sufficiente chiudere gli occhi, per immaginarsi alla guida di una spider, su una strada di campagna deserta, senza abbandonare la scrivania.

Perché la forza di questo disco sta proprio nella capacità di trasportare chi lo ascolta in qualunque posto voglia, grazie alla semplicità degli arrangiamenti – chitarra classica, ritmiche scarne e una estrema pulizia delle parti elettriche. La scelta è probabilmente giustificata dall’avere a che fare con una voce, quella di Andrea D’Addato, che da sola è in grado di ipnotizzare chiunque, grazie ad una pienezza che ricorda le profondità scure di Dave Gahan. E la prima parte dell’album in effetti richiama proprio le cupe atmosfere britanniche – specie “(Our Alien) Millennium” in apertura – salvo poi cambiare rotta verso sonorità più ariose, dove dominano gli arpeggi da ballata al chiaro di luna ("On the go").

Sul finale c’è spazio anche per un pezzo italiano, “Nell’aria”, che forse più di tutti rivela l’anima dei Dust, fatta di raffinatezza d’altri tempi unita a uno stile fresco e contemporaneo.

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La recensione On The Go di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-13 00:00:00

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