Domande e inquietudini delle masse, in oscurità techno-pop
Caos ed ossessività in questo nuovo ep dei Victoria Station Disorder, temi scuri e suoni elettronici dominanti, testi ripetitivi e ipnotici per sfogare dubbi e infezioni dei giorni questi.
Per l'occasione si unisce alla band Alberto Argentesi a.k.a. Pernazza, che non può che calcare il tratto con il suo inconfondibile timbro vocale e la pronuncia inflessa degli incisi ripetuti a lungo in tutti i pezzi del disco. Il titolo, "Non è questo il giorno" sembra voler rimandare una ripresa dai dolori reumatici del pensare comune, in fin dei conti l'indolenzimento delle menti è una condzione non difficile da mantenere e tutto sommato comoda.
Ritmiche techno, arpeggi digitalizzati come nei videogiochi Arcade, chitarre elettriche a distorcere un mood già bello tetro e decadente, un bell'impasto sonoro in generale che fa da placenta avvolgente alle urla del Pernazza. "Uscire di casa è un lusso che non ci si può permettere" è il tema del pezzo di apertura in cui la claustrofilia diventa una virtù, in "Sconfitta", pezzo che sembra musicalmente rubato agli Aucan, si fa un elogio appunto alla sconfitta che diventa un lusso da non potersi permettere.
La memoria corta è un cancro duro da estirpare nella gente, la canzone conclusiva, infarcita da un campione vocale di Salvador Allende, è un'ironica ramanzina sui ricordi che spariscono per comodità o per distrazione, e che sono causa di perseveranza in errori ormai acquisiti come routine.
Cinque tracce potenti e cupe, che non lasciano molto spazio ad interpretazioni di sorta, il drum pad batte colpi sordi, i riverberi entrano in testa e pongono domande legittime su alcuni dei dolori della coscienza delle masse. Un bel tassello nella discografia dei Victoria Station Disorder che aspettiamo di vedere incastrato in un mosaico più ampio e complesso.
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La recensione Non è questo il giorno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-16 00:00:00
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