Il disco dei Tortuga non convince fino in fondo, ancorato ad un rock poco originale e privo di guizzi interessanti
Proporre un disco rock è sicuramente una prova ardua da superare. Sì, perchè si tratta di un genere che ha davvero dato tutto (e forse anche di più), con il quale risulta difficile misurarsi senza incappare in trappole pronte dietro l'angolo e devo dire che, sin dalle prime note, si comprende bene l'andamento della parabola musicale del disco dei Tortuga.
La band sarda alle prese con il primo disco "Il Click del Capodoglio" non passa, ahimè, a pieni voti quest'esame. Il lavoro presenta più di una lacuna, a partire dalla mancanza di guizzi interessanti, sia a livello di sound (un'amalgama di chitarre grezze in prima linea che non prendono mai davvero potenza), sia per quanto riguarda il songwriting, che finisce con il risultare poco brillante ed articolato ("Ma è dolce immaginare, stare dentro e navigare in una favola" di "Dentro le mie nuvole" o ancora "Voglio sentire il sapore che hai (...) e non è vero che aspettare è facile" di "Dolce, in fondo"). I ritmi serrati e tirati risultano ben presto poco convincenti e mancano di quella capacità di farsi ricordare davvero. Certo, non è tutto da buttare ("Nuoto" ha un bel basso distorto e deciso e gli assoli di elettrica sono, per lo più, ben fatti, come ad esempio in "Rilassati" o l'intro galoppante di "Insonnia"), ma questo non basta.
C'è bisogno di trovare una quadra per i pezzi, che ad ora, a fine ascolto, risultano troppo simili l'uno con l'altro, e trovare elementi più originali, a meno che i Tortuga non vogliano rimanere ancorati ad un genere che già di per sé non va a braccetto con l'aggettivo innovativo. Sicuramente si tratta un disco adatto agli affezionati a quel rock che non pretende troppo ma che, allo stesso tempo, non da nemmeno molto. Attendiamo la prossima prova.
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La recensione Il Click del Capodoglio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-07 23:30:00
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