Ridanciana malinconia in poche belle canzoni teatrali
Quando piove i campi di cereali coltivati emenano un odore stantìo di zuppa stracotta mescolato ad un sentore fresco di erba appena tagliata. È un odore particolare che non sai bene se ti piace o no ma è comunque un odore che difficilmente risenti se non nelle campagne aperte postdiluviane.
In qualche modo quell'odore tipico, col suo essere estremamente terreno, ha gli stessi connotati del nuovo disco di Frankie Magellano, uno che la campagna e il grano glielo vedi subito addosso, quel sentore di poesia contadina che da Correggio attacca le narici e inevitabilmente colpisce.
I testi che hanno ispirato questo secondo album del cantante romagnolo sono inediti per canzoni di Pier Vittorio Tondelli, scrittore e drammaturgo degli anni '80, resi da Magellano piccole scenette musicali libere dai rigidi schemi di forma, canzoni allo stato brado, ruspanti e raffinate allo stesso modo.
"Ho poco ma c'ho" dice il titolo in copertina, quel poco è in realtà molto, per l'intensità e la bellezza degli arrangiamenti che alzano l'asticella rispetto al precedente disco, potrebbe essere uno spin-off di "Canzoni a manovella" di Vinicio Capossela, in cui i pagliacci scherzano malinconici su storie d'amore finite male. È proprio la malinconia che pervade quasi l'intera scaletta, "Amore mio fallimentare", "Camere Separate" e "L'uomo di Marble Arch" bucano il cuore, ti fanno sentire un po' male ma col sorriso scemo stampato in faccia.
I giochi di parole e di intenti sono piccoli sorsi di bibita frizzante, "La settimana bianca" e "Machio Man", danno sollievo per pochi istanti e poi si ritorna col groppo in gola e la faccia da ebete. Un disco breve ed intenso che ti porta a salivare nell'attesa di un boccone di pane, a soffrire per la ricerca di un amore perduto, a masticare amaro e a sentirti sazio solo dopo averci bestebbiato su perchè era amore raffermo di chissà quando.
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La recensione Ho Poco Ma C'Ho di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-22 00:00:00
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