FUTHARK M.W.M.FIRM
IN AETERNUM VAGARI2013 - Folk

IN AETERNUM VAGARI

In Aeternum Vagari: un mondo fantastico e antico nelle cornamuse dei FUTHARK MWM

Il sesto album dei FUHTARK MWM, liberamente ispirato al film dei Monthy Python dal titolo "Monty Python e il Santo Graal", è un concept album improntato sulla ricerca metaforica dei 5 musicisti in un continuo errare, il cui fulcro sarebbe la ricerca della coppa della sapienza.
Composto da 13 brani e una traccia nascosta, l'album colpisce subito per la sua peculiarità, e per la voce che colpisce subito per la cupezza, roca ma intonata, spessa e profonda. "Intro" è un brano che ci fa subito immergere in un modo altro, diverso dal nostro, che vuole accompagnarci in un percorso fantasioso e fantastico. Con il loro modo di suonare peculiarie e potente, inconfondibilmente proprio e ben strutturato (la ritmica dei brani è compatta, inattaccabile e spietata), la band vuole narrare storie: energica e ironica, "Eiaculatio Florealis" è una traccia piena di vita, grazie al tempo scandito dalla batteria e i temi melodici intrisi di folk revival. L'omonimo brano "In aeternum vagari" mantiene la cupezza e la forza della musica, mostrando una tecnica notevole e uno stile deciso e studiato.
Impossibile non ballare e non immaginarsi in abiti d'epoca durante la spasmica ritmica di "Diablo Danso", lo stesso vale per "Mosaico Facialis" dove la melodia delle cornamuse si insinua nella ritmica ferrata e subito trascina. "La danza di Beltane" incarna perfettamente lo spirito dell'antica festa celtica, ti fa subito immaginare una danza druida attorno al grande fuoco purificatore, ritmata da suoni vagamente esoterici, ciclici e rituali, in cui si riafferma la nettezza stilistica della band. Inoltre l'intero album è inframmezzato da 5 brani umoristici improntati sulla stessa base musicale e la stessa linea vocale, una sorta di narrazione dei caratteri e le vicende di ogni singolo musicista.
Il progetto si chiude con "Outro", che incita a vivere una vita fatta di musica, vino e danze, lanciando un sorriso divertito all'ascoltatore. Peccato per le poca dinamica, che renderebbe ogni brano ancor più avvincente e valorizzerebbe le differenze di ogni pezzo non sempre intercettabili a un primo ascolto, problema forse dovuto allo stile così netto e particolare. Si noti la risoluzione e l'ironia della traccia nascosta, una strumentale a chiusura del viaggio del 5 bardi, che si conclude con... un rutto!

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