The Green Flamingos The Green Flamingos 2015 - Pop, Indie, Garage

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In ritardo anche per i revival. Questo è un ep sincero e di facile ascolto, in cui però le influenze sono evidenti e l'originalità non la fa da padrona

Sembra di essere tornati all’inizio degli anni ’00, anni in cui peraltro sembrava di essere tornati  agli anni ’60, un decennio che riprendeva molto dagli anni eccetera eccetera…. La musica è fatta di corsi e ricorsi storici, ma i The Green Flamingos sembrano essere in ritardo anche per i revival. Non fraintendetemi, il loro ep omonimo è molto orecchiabile e le canzoni sono tutte dotate di verve. Peccato però, che sotto il profilo dell’originalità non spicchino. L’immaginario a cui appartengono è quello del garage di inizio millennio (quello dei The Strokes, The Hives e compagnia bella, per intenderci), insidiato però da alcune influenze più propriamente sixties che, bisogna riconoscerlo, erano state tralasciate dai colleghi su citati.
Se all’inizio della traccia d’apertura "Come Out At Night" a guidare il brano è un classico riff garage, più che adatto per una pubblicità di Rimmel (The London Look), già a metà del pezzo, con quel ritornello solo batteria e voce, si ha un’intuizione che verrà poi confermata dalla restante tracklist: ai The Green Flamingos piacciono un casino i Doors. E infatti la seconda canzone, "The Monday Song", pur innestandosi su un giro di accordi dalle atmosfere strokesiane, si arricchisce di tastiere barocche che non possono non ricordare i 4 di Los Angeles. Per non parlare di "Special To You", in cui la ritmica jazz è quasi ripresa da "Break On Through". "The House Near The Woods" è un pezzo western tipicamente sixties che potrebbe fare la sua porca figura nella colonna sonora di un film di Tarantino, mentre "Rolling Down South", la traccia conclusiva, è il pezzo più moderno, tanto per scrittura, quanto per quel synth distorto che fa da tappeto a tutta la canzone.

In conclusione, quello dei The Green Flamingos è un ep onesto. Non ha il suono della rivoluzione, o, per meglio dire, ha il suono che faceva la rivoluzione cinquanta anni fa, ma è comunque un lavoro gradevole e di facile ascolto, quindi se siete in cerca di divertimento accomodatevi pure. 

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La recensione The Green Flamingos di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-19 00:00:00

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