Interessante rivalutazione del bagaglio culturale rock in tutte le sue venature predominanti, il quintetto barese dei CHT indovina la giusta miscela per armonizzare psychedelic rock, prog, californian blues e post rock
Interessante rivalutazione del bagaglio culturale rock in tutte le sue venature predominanti, il quintetto barese dei CHT indovina la giusta miscela per armonizzare psychedelic rock, prog, californian blues e post rock in un piacevole e persuasivo ascolto lungo 5 tracce, raccolte sotto il nome di "Psychedelicatessen". Una jam session ispirata, tra le note si possono intravedere i Led Zeppelin, The Electric Prunes, Leadbelly, Ozric Tentacles e Black Sabbath, giusto per farvi qualche nome dall’appeal familiare.
Climax decrescente come struttura musicale, si comincia con la dura “Time Travel”, seguita a ruota dalla più dinamica “Pathway to the secret garden”, traccia particolarmente ispirata oltretutto, interessante il passaggio dal heavy metal allo shoegaze con schizofrenico pendolamento, scelta virtuosa e dall’ottima resa. “Planet 848 (The Wiseman)” è propriamente la più definibile come prog (Ed Wynne approverebbe), sancendo così la discesa nella calma e calda atmosfera blues di “Dead Head Bone Blues” e “Bad Trip”, stampo classico, un evergreeen.
"Psychedelicatessen" rappresenta un punto di partenza con i piedi ben puntati per terra, un inizio ponderato e consapevole dei propri mezzi. La strada da seguire è quella giusta, per diventare una realtà devono semplicemente continuare a fare quello che già fanno.
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La recensione Psychedelicatessen di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-01 00:00:00
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