Bestia puzza ma ci piace tanto
L'abbiamo già detto in queste pagine, Bestia puzza. Di cantine polverose, di umido e e forse di vinaccio bevuto dal tetrapack. Me lo immagino, vestito come il Drugo, gonfio come un caco, che non c'ha voglia di uscire perché fa troppo freddo o troppo caldo, perché non gli va o perché gli è venuta in mente un'altra melodia sbilenca e proprio non riesce a staccarsi dalle sue macchinette. Me lo immagino orso, isolato da quelle frasi talmente ovvie che avresti potuto dirle anche tu se solo ci avessi pensato prima (“La mattina ti svegli e speri che non sia lunedì”. E che gli vuoi dire?).
Se non sapessimo che viene da mille e una esperienze musicali (A Man and His Broken Piano, Ugly Bear, Beyza and the Man with His Broken Piano, ecc ecc) penseremmo forse che è uno svalvolato, quello che dicevamo di Bugoai tempi de “La prima gratta”. Per i suoni mogi mogi di “Gran calma”, che avanza con la pigrizia di chi non vuole alzarsi per andare a lavoro, per il carrillon lo-fi, costellato da voci di bambole freak e percussioni con l'elefantiasi, di “Un giro in cantina”, il mondo di Bestia è vicino da una parte al quotidiano strampalato di Calcutta, dall'altro allo scorrere del tempo plasmato nelle mani di Havah.
Comunque, se non si fosse capito, Bestia ci piace tantissimo. “Tra una bobina e qualche supporto digitale”, tra la sua voce superfiltrata e la chitarra, tra un rumore e un paio di rec/play, speriamo ci mandi subito un altro ep da ascoltare.
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La recensione Bestia - Mini Box EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-23 00:00:00
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