Gli Strike ritornano sulle scene dopo oltre 20 anni. E lo fanno con un disco sorprendentemente riuscito.
Era il 1992 quando i ferraresi Strike davano alle stampe il loro ultimo lavoro discografico, quindi ben 23 anni che mancavano dalle scene facendo i conti. Se poi non calcoliamo il bootleg ufficiale intitolato "Baraonda" (registrato su dat nel 1993) uscito ormai oltre 10 anni orsono, tutto potevamo pensare tranne che ritrovarli con un album di brani inediti.
Insomma, sfido chiunque a sostenere il contrario, ma la speranza che dopo oltre quattro lustri una band riesca a (ri) trovare la verve necessaria per confezionare un lavoro di qualità è abbastanza vana. Invece gli Strike con "Havana, Kingston, Ferrara, New York" dimostrano come sia possibile affermare proprio il contrario di cui sopra. E, badate bene, il sottoscritto non ha mai scalpitato di fronte ai progetti italiani che si muovono nell'ambito del reggae, dello ska, della patchanka e via discorrendo. Certo, di fronte alle eccellenze italiane nel genere (per dirne quattro: dai Fratelli di Soledad agli Africa Unite, passando per i Mau Mau e i Casino Royale), non era difficile appassionarsi, avendo, ognuno dei gruppi citati, trovato una propria chiave di (ri)lettura.
I nostri, in queste 10 canzoni, sembrano proprio ripartire da questi presupposti, quasi a raccogliere idealmente un testimone che qualcuno (loro stessi?) lasciò cadere 2 decadi fa. Insomma, come una sorta di "Riportando tutto a casa", dove si ripercorre la storia di un sound e di un immaginario a cui il quartetto aggiunge un personale tassello. Del tutto assente, rispetto al passato, l'aspetto barricadero (quantomeno nel sound) e, a pensarci bene, non se ne sente assolutamente la mancanza. La sensazione è che siano state precise scelte stilistiche a dettare il passo, non a rinnegare il passato bensì a sottolineare la maturità della formazione.
Non a caso loro stessi dicono: "Volevamo fare tabula rasa del passato, tracciare una nuova rotta su un foglio bianco. Ne è derivata una miscela di suoni e di linguaggi che abbiamo assorbito nel nostro girovagare per il mondo e per i palchi. E probabilmente, mai come questa volta, ne hanno guadagnato le canzoni: "Havana, Kingston, Ferrara, New York" ha il sapore tutto italiano della melodia ‘pop’, intrecciata con il gusto per il reggae, il funky e la musica latina che da sempre ci contraddistingue.".
Orbene, sparatevelo in cuffia o mentre state per lanciarvi in lungo viaggio con la vostra macchina: gli Strike sapranno ripagarvi con quelle good vibrations che molto spesso servono a farvi svoltare l'umore.
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La recensione Havana, Kingston, Ferrara, New York di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-30 00:00:00
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