Cloud Giorni Perduti 2014 - Hip-Hop

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Un disco personale, una sorta di diario, un punto di partenza.

Un disco personale, una sorta di diario, elaborazione di “giorni perduti”, di rapporti difficili, lasciati alle spalle o ancora da affrontare, giorni in cui si rinuncia a vivere e l’autodistruzione, l’isolamento e le incomprensioni dilatano le ore ("Giorni colano dal calendario mi fan sentire matto come il cappellaio/Piccoli pensieri liberati dagli scrigni trasformati in macigni esplosivi come ordigni"). Il rapporto difficile col padre, l’amore finito, le amicizie che salvano, la necessità di abbandonare la panchina, per giocare da titolari, e la timidezza, per lasciarsi conoscere.
Cloud ha uno stile descrittivo, tutto è sul tavolo, piano e semplice, non c’è spazio per la metafora, per l'immagine che buca l'orecchio e si dispiega immediata e nuova alla vista, e questo è un peccato. Si percepisce una grande attenzione al progetto, che ha una sua struttura evidente, un lungo lavoro di ben 16 tracce. Su un campo così lungo si nota però di più la necessità di maggior varietà e di qualche sorpresa nella metrica o nel flow di cui si sente la mancanza, qualche impennata nell’ascolto che ti distragga da "quello che stai facendo" e faccia diventare "quello che stai facendo" l’ascolto stesso.
Interessanti le collaborazioni, numerose e proficue: tra i degni di nota l’innesto di Annalisa Teodorani, in dialetto romagnolo, che apre il disco e la base di "Giorni perduti". La messa in scena chiama in causa a modello Eminem, ma c’è da prendere questo progetto come un buon punto di partenza per migliorarsi, nella resa testuale dei contenuti (importanti, sostanziali, condivisibili), per non adagiarsi sui cliché, e nella forma.

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La recensione Giorni Perduti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-23 00:00:00

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