Quando ero bambina, le stagioni sembravano non finire mai, in una sorta di eterna attesa dell’estate e del Natale, sempre così distanti ma, una volta arrivati, altrettanto infiniti. E nell’attesa speravo, pensavo, crescevo, mentre oggi tutto mi pare così veloce da non darmi il tempo di fare altro che correre. Ogni tanto incrocio con fortuna un limbo musicale che mi concede la sosta necessaria, l’istante di godibili rilassamenti, la pausa e l’ora dei pensieri liberi: così accade con “Waiting For”, illuminato compendio di chillwave, astute mosse sintetiche, slanci dance e ritmiche catchy, ideale per lasciare che la mente s’apra a passioni nascoste e il corpo si prodighi in movimenti sciolti.
Il secondo album del duo A Copy for Collapse è un cortocircuito emotivo di elettronica limpida e luccicante, capace di creare spazi nuovi dove immergersi dimenticando il resto, dove ballare anche se non l’hai mai fatto, dove la solitudine è un valore aggiunto e l’amore è sempre a un passo dal bussare. La prima traccia è l’incipit catartico che spalanca a effetti di sofisticata morbidezza, ricca di suoni e piena di eighties, orgoglio del dancefloor, calore notturno. “Confusion” si stende su una linea di basso che è l’esatto crocevia tra pop e new wave, e fa coppia fissa con la drum machine per moltiplicare l’energia; “Another Chance” celebra una certa italodisco dalla vena malinconica, “Lost in Decay” è un’ossessione percussiva che s’abbraccia al synth per non affondare.
“Triangle” e “Grey Sunday” chiudono con allure darkwave riportando lentamente i pensieri nei consueti binari di imperante tristezza, di faticose rincorse, di solitudine che in un lampo torna a essere un evitabile malanno.
Lavoro che fa di intensità e sfumature il suo punto di forza, “Waiting For” è davvero la pausa necessaria e tanto attesa che oggi aspetto come una volta aspettavo il Natale: sempre così distante ma, una volta arrivata, densa di infinito.
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