Un band non ancora impeccabile ma con buone potenzialità
“Indigo”, l’album di esordio dei giovani Oh Time Your Pyramids, si muove tra sonorità progressive e alternative rock nelle cinque tracce di cui è composto, e mira a creare un’atmosfera dai tratti psichedelici, con risultati non molto convincenti.
“Antitodo” ci introduce dolcemente, con l’ausilio di pad sintetici e un suono morbido di chitarra elettrica, nel lavoro musicale che diventa più “aggressivo” in “Quo vadis”, traccia cantata in inglese, al cui interno si mescolano atmosfere heavy, psichedeliche e acustiche per poi passare attraverso “Fuoco cammina con me” (evidente riferimento alla nota serie americana Twin Peaks e al suo prequel) la cui andatura rockeggiante è spezzata da un interludio psico-sintetico che provoca una sensazione di inquietudine e mistero. Chiude “Vertigini” che, dopo un’apertura malinconica, evolve in un crescendo dai toni forti e rarefatti e in cui evidenti emergono le influenze dei Pink Floyd e dei Radiohead.
L’ep è considerabile come un esperimento iniziale di fusione delle diverse anime dei componenti la band di cui si avvertono la forte passione per la musica, le potenzialità, e la voglia di creare una propria identità musicale.Tuttavia il lavoro risente di alcune pecche che ne indeboliscono il messaggio finale: sbavature tecniche strumentali, come ad esempio chitarre e voci non sempre intonate, imprecisioni ritmiche, mancanza di collegamento tra parti diverse di uno stesso brano. Pecche superabili data la potenzialità della band.
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La recensione INDIGO EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-06 00:00:00
COMMENTI (1)
Cara Ornella, sono Paolo, il batterista della band. Se avessi letto attentamente la descrizione del disco avresti saputo che le versioni che hai ascoltato non sono quelle definitive, e quindi è ovvio che ci siano varie imperfezioni. Purtroppo il sito non mi permetteva di caricare i file originali. Nemmeno la copertina è quella originale a causa delle dimensioni eccessive per Rockit. Inoltre non hai nemmeno menzionato la traccia "Gli Astronauti" e questo mi dispiace molto, non solo perché l'ho scritta io, ma anche perché questo mi fa pensare che tu abbia ascoltato l'EP una volta sola e in fretta. Per questo la tua recensione non prende una posizione. So che è un lavoro stressante, ma visto che hai scelto di farlo cerca di farlo bene. Stammi bene, Paolo.