Alternative rock ben ponderato: suoni cattivi che nascondono malinconia e sapore italiano.
Tutti conoscono la città di Correggio come luogo che ha dato i natali al rocker Ligabue, ma la piacevole sorpresa è scoprire che proviene dallo stesso posto la band autrice di “Mar dei Mai”, i Blanc Noise. Seconda opera discografica della band che presenta estremi artistici ben definiti: le scarne informazioni allegate all'ascolto vengono spazzate lontano dalla miscela di suoni che gravitano fra alternative e post-rock conditi dai testi integralmente concepiti in italiano. Ne viene fuori un prodotto veramente interessante: una proposta sonora ponderata, dalla scorza dura che nasconde armonia e delicata artisticità, con ritmiche sempre cadenzate al punto giusto; evocativa la poetica del cantato, che riesce a coinvolgere nonostante le ben note divergenze fra metrica italiana e straniera. Brillano le tracce “Alla strada”, “Disse il vento che” e “Ho tolto tutti gli specchi” mentre menzione a parte merita l'ultimo brano “Vendi cose che non hai”, interessante crossover fra rock ed hip-hop colorato da una ritmica in beat-box.
Dieci tracce fatte di personalità ed un pizzico di malinconia: il rock dei Blanc Noise mira a scavalcare i confini nazionali con un album interessante in tutti i fattori; non manca, inoltre, un sapore italiano ben presente nei testi e nei cori. Giusto mix per tanta qualità che merita palchi importanti.
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La recensione Mar dei Mai di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-12 00:00:00
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