Rivisitazione di stile per l'indie-rock dei Grasshoppers
A distanza ormai di qualche anno, non si è ancora persa del tutto l'eredità di quell'indie-rock che irruppe all'inizio dei 2000 e The Grasshoppers evidentemente raccolgono in frutti di quell'ondata.
Sin dalla prima traccia di "No Claim", l'influenza nelle sonorità degli Arctic Monkeys prima maniera è così marcata che il pezzo "Hunky Spunky" sembra quasi un tributo alla band di Shieffield; con il merito di non perderne assolutamente in originalità e in ispirazione compositiva.
Cimentandosi con la stessa disinvoltura del primo brano, il quartetto di Roma, si apre alle atmosfere più scure di “Nymphéas”, sulla scia delle indie band di matrice new wave come Interpol e Editors, mediante i suoni dei sintetizzatori e riverberi degli storici Cure e New Order.
"Borderline" invece prosegue in un respiro più delicato nelle intenzioni dell’ep, grazie a un'apprezzabile interpretazione vocale, condensando in un'unica canzone le due anime rock e dark mostrate dalla band.
Esteticamente il gruppo segue fedelmente un sound che affonda le radici nella musica britannica, curato oltretutto da una buona pronuncia, evitando in questo modo le classiche cadute di stile che spesso affliggono le band nostrane, vittime di un approccio emulativo troppo superficiale negli stereotipi d'Oltremanica.
A dispetto delle sole 3 tracce che compongono l’ep, "No Claim" è un ottimo biglietto da visita per The Grasshoppers, che mettono in evidenza un ottimo gusto musicale e del buon potenziale da poter sviluppare al meglio in una produzione futura.
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La recensione No Claim di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-25 00:00:00
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