Ci mancavano i ragazzi de Il Buio. Sono infatti passati due anni da "L’oceano quieto" - che i vicentini pubblicarono per dare un seguito all'esordio fulminante del 2010 - e ci chiedevamo cosa stesse bollendo in pentola nel frattempo.
Per cui rieccoli nuovamente sulle scene, con due pezzi al fulmicotone che provengono proprio dalle session dell'album precedente e che commentano così: "Avevamo deciso di lasciarne fuori due, perché erano, ai nostri occhi, qualcosa di diverso rispetto al resto dell’album". Ascoltata ad occhi chiusi, avremmo scommesso che la doppietta provenisse dalle session risalenti all'opera prima, visto e considerato che i tratti somatici (sia i testi che la musica) sono chiaramente più simili a brani quali "Jantelagen" o "L'idea dominante".
Insomma, per chi ha già frequentato le atmosfere de Il Buio, sa bene cosa significhi ricongiungersi idealmente alle stilettate post-punk dell'esordio, anche solo per versi come "L'oblio è il regime del nuovo millennio / Serve distanza, serve respiro" ("Tre passi") o "Passi la vita a costruire barriere attorno a te, tra me e te" ("Gregory Peck").
Sono ancora loro, in definitiva, sempre abili nel cantare/raccontare il mondo post-moderno con le sue infinite contraddizioni. Li aspettiamo al varco per il prossimo album, carichi di quell'energia che li contraddistingue da sempre.
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