I Quiet Pig firmano l'album "Personæ" in un rabbioso punk '77 riassunto nella classicità dei pezzi dei Buzzcocks, inghiottito e rigettato dalle contaminazioni dei suoni elettronici della prima era del gaming anni '80, quasi in memoria del periodo in cui il mondo analogico di consumo e delle storiche musicassette, vedeva la nascita di una nuova tecnologia digitale ma ancora molto naive, come fu ad esempio per i famosi orologi Casio a lcd ora oggetti di culto di quel tempo.
Non a caso in un tumulto di organi sgranati nei suoni, che assomigliano per lo più a tastiere a 8-bit, prende forma l'intera produzione punk lo-fi della band di Prato dotati di un'originalità unica e mantenendo come da tradizione un'assoluta dirompenza che caratterizza le rock band a tre elementi.
Nonostante i pezzi siano ben lontani dall'essere dei capolavori del genere, si delinea fin da subito la piena identità della band, manifestando tutto il potenziale con la prima traccia riot punk "Set To Go", biglietto da visita ed unico linguaggio conosciuto dai Quiet Pig.
La saga del videogame anni '80 prende definitivamente corpo con la spericolata ramonesiana "Chinese Joint", appoggiata su ritmi quasi synthpunk. Un suono che trova le intenzioni più estreme nelle melodie disperate e potenti allo stesso tempo di "Friday Night", culminando il sentiero tracciato con "Monster", brano di chiusura dal filone psycho horror.
I Queit Pig su una base strumentale di tastiera, basso e batteria, non lasciano spazio a fronzoli e vezzi estetici fin troppo lontani dal loro stile musicale. "Personæ" non si avvale di una produzione eccelsa, ma è focalizzato su un approccio volutamente ruvido e completamente saturo nelle dinamiche, riuscendo a proporre brani di qualità e saziando l'ascolto senza mai spostandosi dal loro stile unico.
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