Anche nella furia cieca non si butta via niente, timpani alla griglia
Se la prima pressione del tasto play qui a fianco vi farà sentire il sapore del sangue dopo un pugno nel grugno, non disperate, è solo l'inizio, o meglio l'effetto di un superficiale primissimo ascolto che farà comunque emergere fin da subito l'aspetto più muscolare dell'album. Gli Zolle, duo chitarra e batteria, infatti picchiano gran duro nel loro secondo "divertissement" (si tratta sempre di uno spin-off del progetto MoRkObOt) ancora in salsa stoner/sludge/post-/etc., almeno come coordinate di massima. Ma man mano che gli ascolti proseguiranno capirete che forse non era un pugno quello su cui siete precipitati, ma l'anta di uno stipetto che non avevate visto, troppo presi dal casalingo headbanging. O forse, se riuscirete ad evitare tutte le ante nel prosieguo degli ascolti vi troverete magicamente trasportati all'interno di un arcade vecchia scuola, con i simpatici porcellini della cover che vi verranno lanciati addosso, ancora scalpitanti, al ritmo del pulsante drumming, mentre la direzione dei suini sarà definita da un campionario di riff che si muove da Iommi al primo thrash (cronologicamente parlando) nessuna sfumatura esclusa, nemmeno quelle più southern, math e/o oscure in cui le chitarre grufolano di piacere nel fango. Un disco monolitico, mono-suono ma mai mono-tono, di cui assaporare in un sol boccone tutto quello che c'è nella sua essenzialità anche perché, come si dice da queste parti, del maiale non si butta via niente.
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La recensione Porkestra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-08 07:00:00
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