Che i mazca siano fan degli Slint appare evidente al primo ascolto: melodici ma imprevedibili e tortuosi, puramente strumentali. Il cd si apre con 'Rivoluzione', sound bianco e intimista, un corridoio nell'inconscio perverso e carnale, supportato dalla bravura dei chitarristi in un intreccio raro e pregiato di frequenze.Segue la sotterranea ed estetica '11-09-01', basso e chitarra, lo stile è reiterativo, evoca un viaggio nella New York piu' malata e strisciante.Quasi impercettibilmente si passa da una traccia all'altra attraversando le atmosfere acide ('swiss miusic#'), a quelle impalpabili ('natura morta'), a quelle ambrate e viscerali (''il valore prima di tutto').Il cd è ipnotico, i mazca hanno creato una struggente elegia old-school mescolandola ad esplosioni rock e a cupe manie acid- House. Ci privano del cantato è vero. Ma a cosa servono le parole quando il suono accende i centocinquanta campanelli dei ricordi?
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