Non c’è storia. Uno può provarci quanto vuole, può cercarla tutta la vita e può pure comprarla, ma non c’è storia lo stesso. Senza ispirazione c’è noia. Un disco non ispirato è un disco brutto, nonostante la bruttezza si possa mascherare con migliaia di efficaci orpelli. Ma il fiuto è fiuto, e se sotto quintali di plastica c’è un chilo di merda, il fiuto fiuterà la puzza.
Così ti dico che questo disco è stato una piacevole sorpresa, vuoi perché mi sarei aspettato un sacrosanto fiume rivoltoso di psichedelia heavy-stoner, vuoi perché le sorprese non sarebbero tali se te le aspettassi. Invece ecco un disco di indie-rock sussurrato, sussurratissimo. Malinconico e romantico, dagli arpeggi delicati ma non senza tensione elettrica. L’ideale per queste giornate, in cui il freddo torna prepotentemente a fare capolino, e rigorosamente detta il suo passo.
“Atombombproofheart” è cantato in inglese, esce per Urtovox, co-prodotto dagli stessi Hogwash insieme a Paolo Naselli Flores. E, c’è da dirlo, suona come un disco straniero, in bilico fra Motorpsycho, Karate e Wedding Present. Eppure non è derivativo, perché non scopiazza da niente in particolare. Sono originali questi Hogwash, allora? È una domanda a cui non saprei risponderti. Tutt’al più potrei dirti: probabilmente no, ma un po’ sì.
Comunque non importa. Questo disco è un disco ispirato. Lo dicono le melodie ariose, gli arpeggi delicati e le fugaci esplosioni elettriche. In un certo qual modo lo suggeriscono anche le atmosfere dilatate ma non troppo, i pacati cambi di tempo e gli arrangiamenti che puntano più alla strutturazione dei vari strumenti piuttosto che alla loro esaltazione individuale, immergendo così il tutto in una sensazione globale di armonia.
Seppur non si possa parlare di capolavoro - e dunque di 'primascelta' - di fronte a della musica di così pregevole fattura bisogna essere sinceri. Ed io, ti dico, sono sincero: questo è proprio un bel disco.
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La recensione Atombombproofheart di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-12-10 00:00:00
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