Saudara Bow to the stars 2014 - Cantautoriale, Folk, Etnico

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Il disco dei Saudara è un’aspirazione ad essere tempio dell’interculturalità: riuscito concettualmente, meno musicalmente, merita comunque un ascolto.

L’idea dei Saudara è bella, non c’è niente da dire. L’obiettivo è costruire un concept-album che sia tempio dell’interculturalità, in cui convergano usi e costumi diversi, uniti dal gesto dell’inchino alle stelle. E in questo momento c’è tanto bisogno di dimostrare che si possa convivere insieme e trarre da ogni parte una ricchezza: c’è la cultura europea, indonesiana, araba, turca, la Valtellina (“Partit”); e allo stesso modo si alternano le lingue: italiano, dialetto comasco e bergamasco, polacco, arabo, inglese, francese, e così via.
Insomma le idee ci sono tutte e sono anche di buon livello. Purtroppo è tutto il resto (messa in musica, realizzazione, voce) a tradire un lavoro ancora troppo imperfetto (e sia chiaro che l’imperfezione non è sempre un difetto) e poco coerente.

Già in “Noci di Kola”, se la base musicale è molto interessante, tra chitarre acustiche e suoni esotici, l’alternanza poco armoniosa tra la voce maschile (non sempre precisa) e quella femminile (troppo acuta in certi momenti) fa perdere il senso del brano; “Hamsa” è un inno che coniuga Ave Maria e Hare Krishna, parla d’oriente e funziona meglio delle altre, il violino finale è un tocco d’eleganza; “Catene al sole” è più balcanica e quasi reggae, anche questa abbastanza riuscita, perché la voce di Gloria non esce quasi mai dagli schemi e rimane coerente, almeno fino alla fine, quando parte un acuto alla Antonella Ruggiero e la musica per un attimo sembra ricordare i CCCP dei tempi d’oro; in “Arlechin” si sente tanto il folk dei Modena City Ramblers, ben fatto e ben riuscito.

Forse sarebbe stato meglio fare una più attenta selezione dei brani (anche perché il disco è veramente lungo), ma è chiaro che i fratelli Zucchelli (Gloria e Mirko) non abbiano voluto rinunciare a nulla. Tematicamente è stato un ragionamento giusto, musicalmente un po’ meno. Ma i Saudara sono ancora molto giovani e possono assolutamente migliorare. Musicalmente buoni, devono sistemare i dettagli e lavorare molto sulle voci. C’è molto da fare, ma avere le idee chiare è una delle cose più importanti. Nonostante tutto, io un ascolto lo consiglio.

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La recensione Bow to the stars di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-25 00:00:00

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