Electrodream è un buon punto di partenza in un genere già esplorato. Bisogna avere più coraggio di sorprendere.
"Electrodream" è un ep che fa dell’essenzialità e della semplicità i suoi punti di forza. È genuino e onesto, non eccessivamente ambizioso, ma rivela subito l’obiettivo: creare suoni in bilico tra pop ed elettronica, brani che sono eco del synth-dream pop anni ’80 assieme al trip-hop più moderno.
La voce femminile di Maddalena, dai toni delicati e precisi, conduce per mano lentamente verso un mondo artificiale che è anch’esso un’eco continua, creata e alimentata dalle ripetizioni costanti di suoni e parole. È un mondo artificiale fatto alle tastiere e ai sintetizzatori, dove i materiali sintetici cercano di ricreare l’essenziale armonia della natura. La maggior parte delle volte ci riescono, ed anche discretamente, nonostante si muovano su un territorio già esplorato, creando brani dove tutti i dettagli sono al proprio posto.
I difetti? Forse la brevità, che impedisce di dare un giudizio più completo ed esaustivo sul lavoro. Il consiglio? Fare un disco intero da poter valutare meglio e in cui definire più precisamente la propria strada, perché se è vero che il genere è chiaramente indicato già dal titolo dell’album e gode di un discreto respiro internazionale, anche i richiami sono molto – troppo – netti (si pensi ai Cocteau Twins, Hope Sandoval o Lisa Germano, con le dovute differenze). Per superare la mediocrità bisogna osare un po’ di più e non aver paura di sorprendere.
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La recensione Electrodream di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-10 00:00:00
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