L'eccesso, la forma e lo stile del math rock più caotico.
Fondamentalmente con gli Arduo si ritrova il gusto per l’eccesso, la forma e lo stile del math rock più caotico. Chitarra e batteria che vanno alla guerra suonando come se fossero in quattro e assordando come se fossero in otto. Ok, magari manca il guizzo che in qualche modo riesca a deviare un percorso che è drittissimo nella sua perenne irregolarità. Ma i dettagli veri di questo disco si acchiappano alzando i volumi al massimo: “Cellar Theory” lancia una bomba hardcore di tempi dispari e di svisate noise dall’impatto notevole, “Bancarotta” sbarca su un irresistibile riff di chitarra che si adagia su un quattro quarti ritmico dal perverso fascino funk, “Architette” è un esercizio di rumore blues e perizia tecnica che non sorprende ma che alla fine fa il suo lavoro sporco e bastardo. In fondo quello che si chiede a un album come questo. E gli Arduo sanno come si fa.
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La recensione Arduo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-30 08:00:00
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