"Sotto assedio" segna il ritorno della "coppia" Fumaretto/Billoni. Vanno ancora d'amore e d'accordo, i due.
Se c’è Dino Fumaretto, allora ecco pure Elia Billoni. Come fosse compreso nel prezzo. Te li ritrovi insieme, come d’abitudine, a scommettere soldi falsi sulle loro convinzioni. O meglio: sulla loro follia.
“Sotto assedio” è un minialbum di sole tre (lunghe) tracce, scritto da Dino e quasi completamente suonato e cantato da Elia. Sì, va bene, è un gioco: Fumaretto e Billoni sono l’ombrello e la macchina da cucire che si incontrano e decidono di non lasciarsi più. Per bearsi di una indissolubile eteronimia. E di un percorso in fondo coerente con il loro retroterra. Edificato su di un cantautorato fuori dagli schemi: sghembo, inquieto, corrosivo. Calibrato da una produzione, quella di Jacopo Incani, aka IOSONOUNCANE, che regala sapienti tocchi di elettronica malata. Non per nulla, “Sotto assedio” è ricco di influenze avanguardistiche, sperimentali. Ben evidenziate dai suoni alienanti di “Più ti vedo e più mi manco”, sviluppate da “Il male” e dalle sue suggestioni barocche (prog?) nonché da voci che giocano e si inseguono, sublimate dalle divagazioni in stile proto Franco Battiato di un pezzo come “Poca cosa”, all’interno del quale, peraltro, l’impeto surreale dei testi diventa travolgente (“a volte, a forza di vivere, va a finire che si muore”). Una ventina di minuti spregiudicati, spericolati, che potrebbero rappresentare l’anticipo di qualcosa di più corposo. E se anche così non fosse, ci basta sapere che Fumaretto e Billoni continuano ad andare d’amore e d’accordo.
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La recensione Sotto Assedio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-19 00:00:00
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