Un crossover multistrato, in cui elementi sonori non originali si fondono con coerenza, passione e distintiva personalità.
“Handmade” è solo una demo auto-prodotta, per altro penalizzata da una qualità sonora non propriamente brillante e definita, ma tanto basta per misurare e apprezzare lo spessore artistico di questa giovane band. Quello dei The Core è un crossover multistrato in cui confluiscono svariate sonorità, indifferentemente mutuate dall’alternative rock, dal nu-metal, dal grunge, dal progressive metal e persino dal pop rock d’oltreoceano. Dalla combinazione di tutte queste influenze stilistiche, emerge con chiarezza l’attitudine di una band, certamente ancora alla ricerca di una propria identità, ma già ben capace di miscelare, in modo elegante ed equilibrato, una molteplicità di elementi apparentemente incoerenti. E poco importa se, nello spazio ristretto di soli 25 minuti, tra citazioni e rimandi, appaiano improvvisi gli spettri di Dream Theater, Alice In Chains, Stone Temple Pilots e chissà cos’altro ancora.
Il timbro scuro ed avvolgente della voce solista, ben adeguato alle sonorità impiegate dalla band, pur tradendo la necessità di rifarsi, anche nelle armonizzazioni, a modelli canori più che riconoscibili, contribuisce ad innalzare il livello qualitativo di un lavoro che, al netto delle inevitabili referenze, non può essere liquidato - per citare Samuele Bersani - come l’ennesima “copia di mille riassunti”. La cover di “Mad Word” dei Tears for Fears, già ripresa in un recente passato dall’americano Gary Jule per la colonna sonora del film “Donnie Darko”, guadagna spazio in modo coerente tra le tracce autografe e fornisce un’ulteriore prova delle potenzialità espressive di questo progetto artistico.
Muoversi all’interno di un genere ben delimitato, per sonorità e attitudine, implica da un lato il rispetto di alcuni principi di riconoscibilità, dall’altro la necessità di saper aggirare la trappola della semplice ripetizione mnemonica. Questa band centra l’obbiettivo, realizzando un biglietto da visita sufficientemente credibile per meritare un’altra occasione.
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La recensione HANDMADE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-24 00:00:00
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