Avessimo avuto tra le mani uno straccio di comunicato stampa, avremmo capito molte cose in più su Peppe Liguori. L’età, ad esempio: cosa c’entra? Da quel che si sente, l’istinto porterebbe ad un paragone con qualche grande vecchio della scena locale, quella campana, dove (dovrebbe) orbita(re) da tempo. Uno di quelli a cui rivolgersi nel caso siate un musicista alle prime armi, magari per ricevere un consiglio, o per strappare la promessa di una comparsata ad un concerto o per la registrazione di un cd. Lo immaginiamo così Peppe Liguori... anche poi va a finire che ha 13 anni o giù di lì.
Fatto sta che, però, per il tipo di musica scelta, per la sicurezza con cui suona la band, il nostro dovrebbe essere un tipetto che sa il fatto suo. Interprete di una forma canzone rock, con forti influenze blues (Eric Clapton su tutti, ma mettiamoci in mezzo anche Jeff Haley e Johnny Lang), il musicista salernitano ha messo giù un cd apprezzabile da più di un punto di vista. Merito di una chitarra solista che non perde tempo a dominare la scena, a scandire i ritmi, a disegnare paesaggi dominati da canzoni in grado di recuperare la melodia ed avvolgerla tra le certezze di assoli a tratti lancinanti (“Cosa pensi”, “Vorrei”, “E di più”), altre volte impulsivi (“In vetta”, “Non siente”), non rinunciando ad accarezzare momenti più pop (“Mezz’ora”, “Si robba fine”). Non è scevro però da difetti questo lavoro: la parte vocale sembra, anche se solo a tratti, bisognosa di qualche ripasso, mentre i testi soffrono di qualche caduta di tono.
Ma, in generale, Peppe Liguori sembra essere in grado di formulare proposte che vadano al di là della mera riproduzione di triti e ritriti schemi rock-blues. Per il modo in cui è riuscito ad assecondare i suoi virtuosismi con esigenze di tipo melodico, facciamo tanto di capello. Indipendentemente dal fatto che sia un giovane di belle speranze o un vecchio marpione del pentagramma.
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La recensione Volo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-12-17 00:00:00
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