R.esistance in Dub, i protetti di Mad Professor, dimostrano con forza che l'Italia può alzare la voce quando si parla di reggae ed affini
Dal Salento al Friuli, R.esistance in Dub è una delle dimostrazioni più potenti di come l’Italia sia culturalmente e musicalmente preparata nel poter fare la voce grossa quando si parla di reggae, in tutte le sue accezioni e sfumature. Qui, ad esempio, l’ambito di competenza è il dub, condito da pillole di elettronica ed un missaggio straordinario (che sa tanto di battesimo internazionale) ad opera di Mad Professor in persona, che ha collaborato con Lee "Scratch" Perry, Massive Attack o Horace Andy per farvi qualche “nomignolo”.
R.Echonstruction è un album strutturato in dodici tracce, la R appuntata che si ritrova generosamente nella tracklist è un voluto richiamo agli otto capisaldi presenti nel “Breve trattato sulla decrescita serena” di Serge Latouche, economista e filosofo francese. Corposo e persuasivo, l’intero minutaggio scivola nel tempo senza esagerazioni di sorta, il sound è particolarmente familiare, nessun virtuosismo che possa strizzare l’occhio ad un eventuale eccesso sonoro, nessun imprevisto che possa urtare la stasi che l’ascolto induce. La chiave di un lavoro ben fatto sta nella scelta del materiale iniziale, cosa fare e come farlo sono compiti suscettibili di tentazioni orribili data la sconfinata possibilità di scelta, ma i R.esistance in Dub non sono degli sprovveduti, anzi. L’intero lavoro ha una forte matrice nella cultura dub classica, e le venature di eletronica presenti nei brani sono delle glosse per permettere anche ai meno ferrati in materia una tranquilla e morbida comprensione del suono.
L’investitura c’è stata, l’appeal è fortemente internazionale: R.Echonstruction è qualità e spessore, un album che non conosce limiti, un ascolto che supera ogni aspettativa.
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La recensione R.Echonstruction di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-19 00:00:00
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