Suoni puliti e suppellettili elettronici sulla mobilia di stampo rock nostrano all’interno della casa sonora di “Superfluo”, secondo disco dei comaschi Delgado.
Suoni puliti e suppellettili elettronici sulla mobilia di stampo rock nostrano all’interno della casa sonora dei comaschi Delgado. Il titolo di questo secondo lavoro, “Superfluo”, è azzeccato in entrambe le sue accezioni: la super-produzione dei singoli brani è infatti curata in maniera maniacale, senza niente che possa risultar… supérfluo. D’altra parte “super-flùo” sono i colori che evoca effettivamente questo disco, grazie all’elettronica che impasta con i suoi suoni futuristici praticamente ogni brano, riportando alla mente la fluorescenza delle discoteche, con le luci al neon che sfregiano il buio.
Un cervello chiuso in una teca di vetro troneggia in copertina, enfatizzando un messaggio già forte nei testi, ovvero, in estrema sintesi, la condanna della ristrettezza mentale, che produce tanto il più generale ed infettivo “inferno del sistema” (“Nitro”) quanto la diffusa crisi dei valori (“Più veleno”) o la mancanza di identità (“Difetto perfetto”), cause a loro volta di disagio e voglia di fuga (“Prima di noi”) o di ricerca di nuovi appigli cui aggrapparsi per sopravvivere (“Satellite”).
I pezzi cercano di avere tutti una loro coerenza tanto lirica quanto musicale e, per concludere un prodotto confezionato con i fiocchi, la band non ha lesinato dettagli di puro marketing come la distribuzione dell’album non solo in streaming e download ma addirittura su chiavetta USB, e proponendo la copertina in cinque diversi colori (ovviamente tutti fluo).
Tutto ineccepibile, insomma, ma sicuramente si può chiedere ancora di più a questa band, la cui vera anima sembra ancora celata in vitree teche e pare solo di sentirla lontanamente spingere contro le rifinitissime serrature melodiche, bramosa di esprimersi con tutti i suoi preziosissimi difetti, il suo ardente sudore e le sue cicatrici qui sapientemente e volutamente camuffate.
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La recensione Superfluo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-04 00:00:00
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