Una coppia di album gemelli, "Twinz" e "2 the world". Che è diverso dal precedente, ma anche legato a doppio filo ad esso. Ed altrettanto bello
Qualche settimana fa l'abbiamo annunciato così: "Esce finalmente il nuovo disco dei Mellow Mood". "Finalmente?" dirà qualcuno. Ma se il disco precedente è uscito meno di un anno fa, non è che sia passato tanto tempo! Eppure, non ci siamo sbagliati.
Perché, come implicitamente anticipava il titolo del primo capitolo, "Twinz" era destinato ad avere un gemello a breve distanza. Doppi e unici insieme, come ci ha spiegato la stessa band. Che non a caso è capitanata da una coppia di gemelli, Jacopo e Lorenzo, i quali spesso e volentieri giocano su questa illusione ottica (e sonora, avendo anche voci molto simili) sul palco, loro habitat naturale. Dunque, chi meglio di loro poteva sfornare un lavoro bipartito in questo modo, pieno di rimandi interni tra le varie tracce ("Inna Jamaica" vs. "Inna Jamaica pt. 2", "You don't know" vs. "Write to you", "Oh mama" vs. "Love mama"), e con sonorità che si rincorrono tra loro (roots, dancehall, dj-style, virate elettroniche) pur mantenendo un'identità distinta in ognuno dei due capitoli?
"2 the world" è, in fin dei conti, un disco diverso da "Twinz": se quest'ultimo infatti era più carico, più pieno, a livello di strumenti ed effetti, il nuovo lavoro suona più essenziale, in funzione di una maggiore ricerca in particolare sulla ritmica, vero nodo gordiano della musica in levare. E se ne accorgerà in particolare chi fa un po' più fatica ad accettare l'eccessiva contaminazione del reggae contemporaneo: in "2 the world" è il lavoro di basso e batteria ad essere in primissimo piano, basta sentire brani come "Even over" e "Criminal" per capire come sarebbe impossibile prescinderne per sviluppare le melodie e i riddim che finiscono per restare in testa.
E quelli che scaldano la pista: aspetto che molto stava a cuore ai Mellow Mood di "Twinz" (che infatti annoverava una serie di floorfiller mica male, tipo "Dig dig dig", "Inna Jamaica" e "Memba december") e che certo non manca anche in questo seguito, con brani tutti da saltare come "Innocent", "Weh you trend", "Twinz Invasion", anche in questa veste meno elettronica.
Un trattamento più essenziale, come si diceva prima, che è la principale differenza con "Twinz", e che lascia maggior spazio anche a brani più intimi, sentiti, come la semiacustica "Bun mi heart", le rootsissime "Sufferation" e "Love mama", e "Write to you", forse il pezzo migliore del disco. Che vive di vita (e che vita!) propria, rispetto al predecessore, e al contempo ne è legato a doppio filo, creando una combinazione unica che poi è la stessa che Jacob e L.O. restituiscono sul palco.
E come i Mellow Mood non avrebbero lo stesso impatto senza uno dei due frontmen, "Twinz" e "2 the world" sono due grandi dischi che ascoltati insieme diventano ancora più grandi. Confermiamo il nostro "finalmente", dunque.
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La recensione 2 The World di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-13 09:00:00
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