Una poetessa di frontiera che canta e recita il periodo buio dell'umanità
Kali Yuga significa, secondo la maggior parte delle interpretazioni delle Sacri Scritture induiste, “era oscura” nella quale il mondo cade dopo la morte di Krishna. Eva Milan, cantautrice e poetessa, scegli proprio questo termine per raccogliere i nove brani del suo album. Il lavoro esprime pienamente l’intenzione che Eva Milan aveva già sottolineato nel titolo del lavoro. Nel disco la cantautrice suona quasi tutti gli strumenti eccezione fatta per alcuni ospiti che si trovano durante l’ascolto.
L’album sembra racchiudere un concetto unico che è quello del declino del mondo attuale. Un lavoro, quello della Milan, che somiglia molto a quello che in precedenza ha fatto Marinella Ollino, in arte Lalli, e anche in alcuni momenti a Giovanni Lindo Ferretti. Il livello della proposta nei testi è alto e la costruzione delle sonorità è incentrata sulla voce, quasi profetica e di denuncia. Lo stesso vale per i momenti in cui sono presenti gli ospiti, come in “Mondo bipolare” e “Hell Care Trade” dove lo spoken word ricorda Emidio Clementi dei Massimo Volume.
Eva Milan ha sicuramente molto da raccontare, poche volte si trovano testi così costruiti e messi nel modo giusto dentro una canzone; anche la voce della cantautrice è molto interessante e a suonare i suoi pezzi se la cava bene. Insomma, Eva Milan è autonoma e riesce a fare tutto in casa facendo arrivare i messaggi presenti nei testi alla gente.
Nel complesso il lavoro è buono. Probabilmente nelle registrazioni si è stati poco attenti alla voce che nella costruzione delle canzoni è protagonista ma nelle registrazioni perde limpidità e forza. Per noi è promossa sperando che nel prossimo lavoro possa darci ancora di più.
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La recensione Kali Yuga di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-13 00:00:00
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